Compie vent’anni la liposuzione: classificata nel 1989 come sistema per ridefinire esteticamente i contorni del corpo dall’americana Food and Drug Administration (FDA), è oggi l’intervento di chirurgia plastica più praticato, ma probabilmente anche il più controverso.  In questi anni la tecnica ha subito trasformazioni e miglioramenti, portando ad un utilizzo “estetico” lo stesso grasso che viene prelevato. «Molte cose sono cambiate da quando si è iniziato ad aspirare il grasso in eccesso – dice Alessandro Gennai, chirurgo plastico di Bologna socio dell’Eafps (European academy of facial plastic surgery) -. Le conoscenze mediche sono migliorate così come le tecnologie e questo ha portato a una maggiore sicurezza durante l’intervento». In questi anni si è assistito poi a una rivalutazione del grasso in eccesso: «Da inestetismo da far sparire a tutti i costi – prosegue Gennai – si è trasformato in un’arma in più per ringiovanire il viso, grazie al lipofilling e alle cellule staminali contenute nel tessuto adiposo. Il grasso in eccesso viene infatti utilizzato negli interventi di lifting al viso per donare i volumi perduti: rughe e aspetto stanco dipendono infatti dalla perdita di grasso, per questo tirare la pelle non serve a niente».  L’ultima frontiera è quella delle staminali: «Grazie a una nuova tecnica, riusciamo a conservare intatte le preziose cellule contenute nel grasso in eccesso. L’apporto di staminali rigenera la pelle, rendendola più bella e vitale soprattutto dopo l’estate, quando l’epidermide è stressata per le prolungate esposizioni al sole». Importante, quando si decide di affrontare una liposuzione, è avere ben chiari alcuni aspetti: «Questo intervento non è la soluzione di tutti i problemi –puntualizza il chirurgo bolognese-. Anzitutto, come tutte le operazioni, presenta dei rischi. Selezionare un chirurgo plastico qualificato, verificare le referenze e informarsi sulla struttura in cui opera di certo contribuisce ad aumentare sia la sicurezza, sia la soddisfazione del paziente».