É, secondo Goldoni, la sua commedia più morale, più utile, più istruttiva. Quello che salta agli occhi alla prima lettura è l’evidente spettacolarità dell’intreccio. La domanda è: come ci si pone di fronte a un’altra edizione della Locandiera? Qui si è cercato di sfruttare a pieno la poesia e la struttura del testo, che contiene in sé tutte le spiegazioni e le situazioni possibili: Mirandolina ci si mette di picca nel far innamorare il burbero misogino Cavaliere di Ripafratta. La sua è una simulazione onesta, a fin di bene. Goldoni denuncia così il comportamento femminile senza negarne il fascino. Un fascino che sta nella sua modernità e non nella sua civetteria. E’ una locandiera, una donna d’affari. La locanda il suo mondo. La locanda come azienda. Una commedia che nel suo perfetto meccanismo di allegria e crudeltà pone il problema dell’equilibrio fra scena e testo. Una ricerca, che cercherà di evitare le forzate stilizzazioni prestando particolare attenzione alla vita, al gioco della seduzione, al rapporto fra attori, autore e pubblico. In questa opera, marchesi, conti, cavalieri, servitori, due commedianti sono tutti di passaggio, appartenenti a regioni diverse del nostro Paese. Una lingua che mescolando accenti, inflessioni, colori, diversità, diventa per dirla assieme all’autore come un manto d’Arlecchino. Insomma, tutti questi ingredienti, sapientemente dosati, fanno grande questo Autore e questa commedia, facendo apprezzare Goldoni per la sua estrema modernità di intellettuale europeo e riformatore del Teatro-Mondo. dal 21 luglio al 6 agosto 2006 ore 21.00 Info 06 82059127 tutti i giorni ore 9-19.30 www.globetheatreroma.com