Arriva così al Teatro Tor Bella Monaca la scrittura lucida, carica di passione e freddezza, di Luca Doninelli che si trasforma nella trasposizione scenica di Marco Martinelli in un libretto d’opera: un’opera nera musicata come un de profundis rock da Luigi Ceccarelli per uno straordinario strumento musicale, la voce di Ermanna Montanari. LA MANO è un romanzo estremo, un monologo impietoso e ossessivo: è il racconto frammentario di Isabel, che rivive tra ricordi, sogni e allucinazioni il suo rapporto col fratello Jerry, un grande chitarrista rock, spinto dalla convinzione di «non avere più musica, di non avere mai avuto musica» prima a tagliarsi la mano poi fino al suicidio. Lo spettacolo allestito dal Teatro delle Albe a partire dal romanzo, secondo le parole dell’autore «fa piazza pulita di un sacco di chiacchiere sul rapporto tra parola letteraria, musica e teatro». Questo lavoro di gruppo, supera ogni questione sulla traducibilità di un testo sulla scena, perché individua «quel punto che sta un istante prima della parola… Il fascino di un testo, il suo vero fascino, sta non nell’abilità con la quale è stato congegnato, ma nel “prima”, nel sospiro, nell’aleph che esso lascia intravedere. Il fuoco di cui ardono le loro parole è il riflesso di un altro fuoco. Una volta che si è varcato il muro delle parole e si è andati dall’altra parte, nel territorio del sospiro e del lamento, o del grugnito, come volete, ebbene: allora ci si accorge che il problema non è quello di tradurre le parole, perché anche le parole sono una traduzione. Più che la traduzione, vale l’amicizia intesa come gesto culturale, artistico: quell’adesione a un fuoco che è stato di un altro per riaccenderlo secondo altre vie». Teatro Tor Bella Monaca, Roma 4 / 5 maggio 2006