Negli otto giorni di sfilate parigine appena conclusesi gli stilisti che si sono avvicendati, nomi importanti e giovani emergenti, ci hanno presentato grandi contrasti, donne raffinate e ragazze guerriere, trench e voile, fiori e reggicalze. Rispetto alle recenti sfilate milanesi, dove la gonna la faceva da padrona, sulle passerelle parigine più importanti per la prossima estate viene proposto il pantalone: a sigaretta da portare con grandi cinture ricamate e splendide micro giacchine cinesi per Valentino, da torera per il giovane Stefano Pilati, che disegna Yves Saint Laurent, Grande successo hanno riscosso gli stilisti italiani. Applausi calorosi per Valentino che ha presentato una raffinata collezione di abiti ispirati alla Cina nelle stampe, nei bottoni, gli scolli e le maniche, abiti da sera con fiori colorati che ricordano i vasi Ming, ma con colori tipici di Valentino: cobalto, rosso, rosa. Stefano Pilati (Yves Saint Laurent) con pantaloni affusolati al polpaccio, giacchette corte che sembrano boleri da corrida, vita altissima e giochi di ruche e volant, si rifà alla vicina Spagna, e Antonio Marras (Kenzo) che presenta una sfilata che è un incontro fra oriente ed occidente, dove la vestaglia francese assomiglia ad un kimono, le giacchette sono rifinite con seta rossa o hanno il collo di raso. Altra ispirazione per Jean Paul Gautier che propone una collezione che richiama i costumi folkloristici ungheresi, italiani e bretoni: bluse con ricami, gonnoni e copricapi. Come Elena Mirò a Milano, ha mandato in passerella formose modelle taglia 48, dando finalmente visibilità anche alle donne morbide. Fuori dal coro Vivienne Westwood, veste le sue modelle come guerrigliere con tanto di veletta/passamontagna. Toni pacati invece per John Galliano (Christian Dior) che ha portato in passerella una collezione delicata, tutta giocata nei toni del rosa carne con abiti ad effetto nudo. Per Riccardo Tisci (Givenchy) lusso e gonne sinuose, camice trasparenti, abiti che strizzano il corpo ma si aprono a corolla sulle gambe. Stili e tendenze diverse sulle passerelle parigine dunque: la donna che verrà potrà essere guerrigliera, dea o vagamente geisha, ma non mancherà mai di raffinatezza e femminilità.