La Shoah: un passato che non vuole passare. Che non può passare. E nella folta schiera dei romanzi-memoria, “La pianista bambina”, rievoca vicende, fatti e luoghi attraverso la voce del giornalista americano Greg Dawson, figlio, della protagonista della storia. Un accorgimento che non può essere solo narrativo, ma che si nutre della forza di raccontare e di ricostruire le stragi perpetrate ai danni degli ebrei, ancor prima della soluzione finale del 1942. Dopo un lungo silenzio.25 dicembre: Greg festeggia il Natale in famiglia e il compleanno di sua madre. Nessuna ombra, tutto normale. Fino a quando, a più di ottant’anni, sua madre decide di svelare il suo grande segreto, il segreto della Grande Storia. Un consunto spartito di Chopin e il racconto ha inizio in Ucraina, dove la piccola Zhanna, sostenuta dal padre, un pasticciere di Minsk, studia pianoforte rivelando da subito un talento non comune.  Ma quando, nel 1941, i tedeschi invadono l’Ucraina e moltissimi ebrei, compresa la sua famiglia, vengono deportati verso i campi di sterminio, il suo sogno di bambina si trasforma in incubo. “Ci hanno messi in colonna, diretti a nord. Sapevamo che ci avrebbero uccisi, perché a nord non c’era niente. Mio padre allora mi diede la sua giacca e mi disse: ‘Non m’importa come, ma vivi'”. Da quel giorno, Zhanna non sarà più Zhanna. Si chiamerà Anna e avrà un nuovo atto di nascita, un nuovo compleanno, una nuova religione. Solo quello spartito di Chopin, nascosto sotto i vestiti, per proteggerla dalla follia e dall’orrore del mondo, unico ricordo di infanzia che le è rimasto. E infine, l’incontro con Larry Dawson, un ufficiale americano in un campo profughi in Baviera, che riuscirà a farla giungere negli Stati Uniti. Così, il racconto del racconto, in cui la musica fa da leitmotiv, assieme ai sentimenti e all’umanità dei personaggi, restituisce la strage ebrea con lo stupore di chi acquisisce una Verità nemmeno sospettata. Una Verità universale e senza tempo.
 La pianista bambina
Greg Dawson
Piemme