I pensieri dominananti degli etnocentrici al bando. Ancora una volta, sotto la forma meno utilizzata del sapere e della cultura sessuale, l’altro da sè riacquisisce la sua fecondità e la percezione del diverso esce vincitrice dalla gabbia dei preconcetti occidentali.Sulla scia di “Caramel”, che aveva messo in scena i discorsi su sesso e maternità di cinque donne in un salone di bellezza di Beirut, Borhan al -’Asal, per noi “La prova del miele”di Salwa Al-Neim (Feltrinelli), racconta la storia di una bibliotecaria siriana, chiara controfigura narrativa dell’autrice, che vive a Parigi, in un demi-monde fatto da intellettuali espatriati. La donna è sempre stata una lettrice appassionata dei libri erotici della tradizione araba, da quando, appena adolescente, una compagna le prestò di nascosto il Libro della voluttà. Ma ha sempre nascosto questa sua passione dietro le mentite spoglie dell’erudita della materia. Per questa ragione, il direttore della sua biblioteca la incarica di scrivere un saggio sugli autori che nei primi secoli dell’Islam cantarono il sesso come «gloria di Dio».  Così tra numerose citazioni di testi antichi, dove le «parole erano precise», l’io narrante accompagna il lettore nel suo peregrinare tra Parigi e Tunisi, facendogli conoscere luoghi come l’hammam, dove si stabilisce una solidarietà tutta femminile. Non a caso, in questo libro le figure maschili sono quasi del tutto assenti, mai indicate con il loro nome di battesimo, ma come il Viaggiatore, il Regista, l’Editore, il Lontano e il Pensatore, con cui il sesso è stato perfetto. E ne viene fuori un percorso che sgretola i luoghi comuni tra incontri sessuali e Islam, perchè il sesso è un’anticipazione dei piaceri che ci attendono in paradiso. La prova del miele
Salwa Al-Neim
Feltrinelli