Così La Strada inventa, pur restituendo la trama e i dialoghi del film, qualcosa di nuovo; un’opera rivoluzionariamente teatrale che ritrova la sua innata e più profonda dimensione poetica. Su quella stessa vena si sposta anche Massimo Venturiello che, in qualità di attore e regista (nonché di autore delle canzoni scritte con Nicola Fano, le musiche originali sono di Germano Mazzocchetti), mette in scena insieme a Tosca questa revisione moderna del teatro-canzone.  I colori, i rumori ed, in particolare, quei disequilibri simmetrici connaturati ai due personaggi di Zampanò e Gelsomina, rivivono oltre la pellicola. Protagonisti in teatro sia il rapporto specifico tra queste due figure, entità, tipologie esistenziali, col loro insormontabile silenzio, sintomo della difficoltà di ascoltarsi, la loro dimensione nel mondo in cui essi si muovono; sia il barnum nel quale vivono, luogo di appartenenza e fonte di vita, che qui acquisisce una valenza narrativa diversa dal solito clichés per essere invece l’avventura quotidiana di un’umanità forse non troppo lontana. Roma. Teatro ValleDal 17 al 29 marzo 2009