Gente comune alle prese con le “sliding doors”: “chissà cosa sarebbe successo se avessi preso quel treno…” Tutti, almeno una volta, hanno rimpianto un appuntamento mancato o una decisione evitata per mancanza di coraggio, fino a fantasticare una vita diversa da quella reale. E poi quel destino nascosto nelle piccole cose della vita quotidiana: il ritardo a lavoro, il tram perso, la cifra sbagliata di un numero di telefono, che hanno il potere, quasi superno, di rendere tutto diverso. Con gli “Avrei voluto”, “Avrei potuto”, “Avrei dovuto” che accompagnano i discorsi fatti col diabolico senno del poi.Proprio come accade a Laura, che credeva di aver fatto pace con gli uomini e non sa che la guerra è appena cominciata; Maddalena, che ha sbagliato incrocio e ha perso la sua unica chance; Lorenzo che, grazie a uno sguardo, finalmente apre gli occhi; Patrizia e Carla, casalinga l’una, donna in carriera l’altra, che fanno i conti con la stessa “assenza di fondo”, mentre i mariti giocano a un tavolo di poker il loro ultimo giro. Cinque personaggi che Lorenzo Licalzi mette in scena mentre fantasticano sulla possibilità di un’altra vita: uomini e donne che si guardano indietro o allo specchio, e scoprono, con sorpresa, curiosità e spavento la possibilità di vivere tante vite, diverse e parallele.  Con lettura profana, infatti, le vie del destino personale sono infinite e quella variabile capricciosa che si chiama “fato” tiene le redini delle vite di ognuno, anche in maniera inconsapevole, magari per non aver fatto suonare la sveglia al mattino. Alla faccia dell’uomo artefice del suo destino. Ma, a ben vedere, spiega divertito l’autore, niente impedisce che, in altri universi, altri noi stessi stiano vivendo tutte le nostre vite possibili: e non è detto che, alla fine, siano più felici di noi.Dallo scrittore psicologo, già autore di “Io no” (divenuto film per la regia di Tognazzi), “Non so” e “Il privilegio di essere un guru”, un nuovo libro che scherza con gli imperscrutabili dèi del quotidiano e che fa riflettere, attraverso una filosofia indulgente ed efficace.La vita che volevo
Lorenzo Licalzi
Rizzoli