Sarà la donna vista dal genio di Reiner Werner Fassbinder la protagonista di “Le lacrime amare di Petra Von Kant”, con Laura Marinoni per la regia di Antonio Latella, in scena al Teatro Magnani il 2 marzo alle ore 21.00 per la Stagione di prosa 2007-2008. Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile dell’Umbria, dal Teatro Stabile di Torino, in collaborazione con il Théatre National Populaire Villeurbanne – Lyon, è l’evento che inaugura “Progett8tto”, il calendario di manifestazioni dedicato alla Festa della donna. L’amore complica ciò che razionalmente si tenta di perseguire e rimette in discussione i propositi di autenticità e di rifiuto della finzione.«Ogni volta che due persone si incontrano e stabiliscono una relazione, si tratta di vedere chi domina l’altro. La gente non ha imparato ad amare. Il prerequisito per poter amare senza dominare l’altro è che il tuo corpo impari, dal momento in cui abbandona il ventre della madre, che può morire». «Il punto è che credo di poter esprimere meglio quello che sento quando uso un personaggio femminile come centro».  Rainer Werner Fassbinder Per raccontarci la donna Fassbinder sente la necessità di chiuderla nella sua casa, quasi come se isolandola riuscisse ad evidenziarne tutti i suoi lati, compreso il virus che l’ha contagiata. La donna diventa nell’immaginario fassbinderiano una proiezione, un ideale, un’icona, una gigantografia, una mappa dei sentimenti. Il suo corpo diventa la casa da abitare, esplorare, invadere, conquistare, dominare, governare… Tentativi inutili perché la donna di Fassbinder resta unica e inafferrabile, anche per la donna stessa.  La donna non può essere posseduta ma solo amata, totalmente, senza mezze misure. Petra non varca mai la soglia, resta confinata nel suo isolamento, quasi come se fosse impossibilitata a muoversi. La sua casa è il suo tutto (ufficio-laboratorio-confessionale-atelier-album di famiglia-riposo-gioco-tomba-fossa comune dei sentimenti). Nessuna emozione forte, la passione manipola i comportamenti umani, tutto deve essere filtrato dalla testa; che si lascai andare alle passioni è debole agli occhi della società. Tutto diventa rappresentazione. Ripetizione di regole, forme, di una partitura dalle forti tinte borghesi. Tutto è prevedibile, riconoscibile, ancora prima di essere detto o fatto.