Non più medicina alternativa. L’agopuntura, antica tecnica di medicina cinese, è ormai ben integrata nella medicina tradizionale e praticata anche negli ospedali. E, da oggi, le donne in crisi di fertilità possono sperare di aumentare le probabilità di restare incinte attravero la fecondazione artificiale, accompagnata all’applicazione di aghi su punti specifici del corpo.Lo dimostra la ricerca condotta da Dottor Ying Cheong, dell’Unità di medicina della riproduzione dell’Università di Southampton, che ha esaminato 13 studi effettuati in tutto il mondo: se impiegata durante il trattamento di procreazione assistita, cioè quando l’embrione fecondato viene impiantato nell’utero della futura mamma, l’agopuntura aumenta il tasso di natalità del 13%, rispetto al trattamento senza aghi.Il dott. Choeng, a tal proposito, ha detto: “La nostra ricerca è una buona notizia perché dimostra che l’agopuntura può favorire la fertilità in pazienti sottoposti a fecondazione assistita. Abbiamo dimostrato che l’agopuntura può avere effetti benefici significativi”.I dati ottenuti hanno, però, messo in luce che l’agopuntura deve essere praticata durante l’impianto dell’embrione, perchè, se effettuata in momenti diversi, risulta inefficace.