A pochi giorni di distanza dalla tragica morte della splendida modella ventunenne Ana Carolina Reston (nella foto), il mondo della moda, e non solo, torna ad interrogarsi su uno dei problemi che da troppo tempo ormai affligge le giovani protagoniste delle passerelle di tutto il mondo.

Questa volta però a scendere in campo non sono unicamente giornalisti e medici, che spesso negli anni passati hanno denunciato all’opinione pubblica la gravità della situazione. A schierarsi contro modelle filiformi e taglie 38 in passerella c’è anche il ministro dello Sport e delle Politiche Giovanili, Giovanna Melandri.

Nei giorni scorsi il ministro, sulle pagine di alcuni giornali nazionali, ha infatti ribadito la necessità di proporre nuove tipologie di modelli ai giovani, troppo spesso influenzati sensibilmente dai dettami lanciati dalle passerelle e dai giornali patinati, sostenendo inoltre l’urgenza di un confronto aperto sul tema dell’anoressia.

In molti hanno accettato la “sfida” lanciata dal ministro. “La moda non deve dare segnali negativi che portino i giovani a confrontarsi con prototipi che li facciano precipitare nel baratro dell’anoressia, ma anche della bulimia – ha detto Stefano Dominella, presidente di Alta Roma, parlando anche a nome di alcuni stilisti – Sono sempre stato favorevole ad un provvedimento del settore anche nel nostro Paese. Ben venga un incontro con il ministro Melandri”.

A dire il vero la storica agenzia romana si è fatta da tempo promotrice di campagne di sensibilizzazione per sconfiggere questi ed altri problemi che gravitano intorno al mondo dell’alta moda. Già lo scorso anno infatti Alta Roma aveva preso una netta posizione contro il fenomeno delle baby modelle, come ricorda lo stesso presidente in un’intervista, alzando a 18 anni l’età minima per sfilare.

”Si parla ormai da tempo di anoressia, di taglie 38 e di modelle non particolarmente in carne – ha aggiunto Dominella – Una battaglia che Alta Roma combatte dal 2003. Ma non dimentichiamo che in questi ultimi anni il trend delle passerelle è cambiato. Sfila la moda degli anni ’50, lo stile impero, le donne sono più sinuose. Penso che il vero problema oggi non sia tanto la taglia 38, ma un adeguamento delle taglie. Perché spesso la 42 della passerella non corrisponde a quella della produzione”.

Ha infine proposto “un tavolo aperto per collaborare insieme, stilisti, agenzie di moda, ma soprattutto istituzioni, come la Camera Nazionale della Moda o Altagamma, promuovendo un convegno a Roma a gennaio, prima delle prossime sfilate di Alta moda” ed anticipa che proprio a gennaio le sfilate di Alta Moda dedicheranno una serata- evento al cibo dal titolo “Foodcouture”, in programma alla Città del Gusto. Sfileranno celebri chef e sommelier, ma soprattutto prelibatezze e piatti sofisticati, dimostrando come moda e cibo non debbano necessariamente rappresentare un binomio impossibile.