Cosa accade quando arte, genio ed alta moda si danno appuntamento in una delle città più suggestive di tutta Europa? Il risultato non può che essere sbalorditivo. Nel cuore storico dell’arte parigina di tutti i tempi, a poche decine di metri dalla splendida Basilique du Sacré-Coeur, si trova l’Espace Dalí, all’interno della galleria d’arte Espace Montmartre. Con le sue trecento e più opere d’arte e con la vasta collezione di sculture dell’artista catalano, questo piccolo museo rappresenta il più importante spazio espositivo dedicato a Salvador Dalí in tutta la Francia. Proprio in questi giorni e sino al 31 dicembre sarà possibile ammirare nelle stanze dell’Espace Dalí delle vere e proprie opere d’arte che non portano però la firma del grande maestro surrealista, ma che a lui e al suo lavoro visionario devono sicuramente molto. Parliamo di una straordinaria esposizione temporanea di abiti d’alta moda intitolata Dalí et la Mode. L’interesse di Salvador Dalí per la moda è ben noto ai più, ma non tutti sanno quanto la moda degli ultimi anni si sia ispirata alle sua opere. In questo “hommage de la Haute Couture” al genio catalano, vediamo esposti dei capi unici che portano firme prestigiose della moda internazionale, come quelle di Sonia Rykiel, Loris Azzaro, Paco Rabanne, Moschino – solo per citarne alcune. Realizzati con diversi materiali – cotone, seta, nylon, organza, pizzo – gli abiti esposti si alternano alle sculture e alle tele del padre del surrealismo. Si tratta di capi ispirati alle opere oniriche di Dalí, come nel caso dello splendido vestito di Pierre Ira, che riporta su tutta la superficie dell’abito diverse stampe dei suoi quadri. Alcuni stilisti, come nel caso di Moschino, si sono ispirati invece all’istrionica ed eclettica figura de “l’homme le plus élégant du monde”, come venne definito dalla celebre stilista Coco Chanelle. Lo stilista ha scelto infatti di esaltare quel vezzo che più di altri distingueva Dalí: i suoi baffi. Dal centro di un lungo abito bianco su cui troviamo stampato un volto in bianco e nero, vediamo venir fuori, come da una tela, due lunghissimi baffi che percorrono tutto il vestito. Non si può non citare la straordinaria rivisitazione fatta da Loris Azzaro dell’opera Jirafa ardiendo (1936-1937). L’abito femminile nero con delle decorazioni di un rosso fiammante – come vuole il celebre quadro – stupisce lo spettatore per la presenza di ben quattro braccia. Come per le opere di Dalí, anche in questo caso lo spettatore che si trova di fronte a pezzi unici dell’alta moda, ha l’impressione di perdere completamente il senso della realtà e di essere proiettato all’interno di un mondo onirico, in cui spazio e tempo si fondono con tutti gli elementi circostanti. L’alternarsi delle creazioni del maestro catalano con questi straordinari abiti non fa altro che confermare ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, l’incredibile estro e la passione che trasformano un abito in una vera e propria opera d’arte.