Lo scrisse in sei mesi. Il solo grande romanzo di Zelda Sayre Fitzgerald, “Lasciami l’ultimo valzer”, torna in una nuova traduzione e rende ancora giustizia alla ricerca artistica della protagonista che si distese, non solo nella narrativa, ma anche nella pittura e, soprattutto, nella danza. E forse, contribuisce a sfatare la leggenda dell’intesa romantica tra l’autrice-protagonista e suo marito Francis Scott Fitzgerald, con il quale inaugurò un decennio di vita sfrenata trascorso in Francia e in America, ma con cui visse una storia di ripicche, litigi furiosi e rancori. Come una guerra familiare che si rispetti. Ambientato tra l’Alabama, New York, la Francia e l’Italia, è la storia di Alabama Beggs, bella e anticonvenzionale fanciulla del Sud che sposa un artista, viaggia con lui in Europa e conduce una vita relativamente infelice, cercando di mettere alla prova i suoi tormentati talenti artistici. In gran parte dolorosamente autobiografico, il romanzo di Zelda racchiude episodi della sua vita coniugale, tanti dei quali andranno a costituire la materia di “Tenera è la notte”, capolavoro di Francis Scott Fitzgerald. Ispiratrice di molte delle protagoniste femminili dei romanzi del marito, quella di Zelda è una figura tragica e incantevole al contempo. I riflettori dei ruggenti anni venti che avevano incoronato Zelda e Scott come la coppia più scintillante di ogni serata newyorkese, non riusciranno, però, a colmare quel vuoto, quell’ansia di appagamento che Zelda cercherà tutta la vita di mettere a tacere attraverso la scrittura, la danza e la pittura e che la condurrà, in ultimo, alla schizofrenia. Meraviglioso tentativo di dominare i propri demoni per non caderne vittima sin dall’edizione 1932, “Save me the Waltz” si addentra nella psiche dei personaggi sino alle vertigini e possiamo, finalmente domandarci se Zelda fosse davvero un’artista dotata della propria, autonoma, capacità artistica o solo la “moglie di”. Heminguay, a suo tempo, dichiarò “il nefasto influsso della donna sul marito” e la scelta si palesarle la sua”eterna inimicizia”. Ma magari ha ancora ragione Cesare Lombroso, nell’intramontabile connessione di “genio e follia”.Lasciami l’ultimo valzer
Zelda Sayre Fitzgerald
Bollati Boringhieri