A meno di tre mesi dall’uscita, “The Physick Book of Deliverance Dane”, della scrittrice americana Katherine Howe, tiene testa alle classifica del New York Times aggiudicandosi a buon diritto il titolo  di “caso editoriale 2010”. Il libro favorito dai librai indipendenti americani, è giunto in Italia per Salani come “Le figlie del libro perduto” e chi l’ha letto giura di aver subito l’effetto “calamita”, tanta è la voglia di concludere la storia una volta iniziata l’avventura tra le pagine del mistery.Il romanzo si muove tra due epoche ben distinte, il 1681, di cui protagoniste sono un gruppo di donne passate alla storia come le Streghe di Salem, e il 1991, quando Connie, giovane e brillante dottoranda, si ritrova ad indagare sulle tracce delle sue antenate.  Durante l’estate la giovane è costretta a trasferirsi fuori città per sistemare e vendere la vecchia casa di famiglia. All’inizio contrariata, però, scopre che l’antica dimora contiene strani e preziosi tesori: non ultima, una Bibbia da cui cade una chiave dal fusto cavo, al cui interno è nascosto un pezzetto di carta ingiallita con su scritto Deliverance Dane.  Un nome legato non solo ai processi su cui Connie sta indagando, ma anche alla sua famiglia, a un segreto custodito da generazioni di donne e tramandato attraverso un libro proibito: un Libro delle Ombre, depositario di un sapere arcano e sovrannaturale, ormai perduto. Un filo rosso lega quel passato oscuro e terribile al presente: e mentre Connie, tormentata dalle visioni, cerca disperatamente di risolvere il mistero, qualcun altro è in cerca del libro perduto, e per ottenerlo è disposto a tutto, anche a ricorrere a una maledizione da cui non c’è scampo.Definito “”un mistery di streghe e malefici ambientato al giorno d’oggi, fresco e avvincente…”, il libro ben si inserisce nell’elenco di certi classici del passato, come “La Lettera scarlatta” di Nathaniel Hawthorne e “La lettrice bugiarda” di Barry Brunonia. Con il merito del successo dell’esordio.
 Le figlie del libro perduto
Katerine Howe
Salani