Contrariamente a loro, Chiara e Solange, le Serve di Genet, venerano e odiano la Signora.
Ogni notte nella solitudine della casa, quando lei è assente, rubano i suoi vestiti per rappresentare attraverso l’iperbole di una cerimonia teatrale, in cui una di loro interpreta il ruolo della Signora e l’altra quello della serva sorella, un immaginario ultimo atto che prevede come finale l’assassinio della padrona.
L’arrivo della Signora e l’uscita dal carcere dell’amante di lei, il Signore, imprigionato a causa di lettere anonime spedite alla polizia dalle due Serve, provocherà in loro l’idea di uccidere veramente la Signora per paura di essere scoperte.
…Ma l’atto criminale nei confronti della loro padrona non avverrà mai.

Chiara e Solange, sono esemplari di una idea di male – d’Amore – calchi abbozzati, modelli non risolti, simboli di un impeto, di uno stupore che inganna e acceca loro per prime.
Sono la traccia di desideri nudi vestiti a festa nel giorno del giudizio, apparizioni dal volto diafano, truccate per brillare nel purgatorio delle coscienze.
Come mercenari senza nome mascherati da vittime si muovono circospette nella Stanza-Mausoleo della Signora, idolo della loro infatuazione, in attesa del premio più ambito.

L’ingresso in scena della Signora, irraggiungibile divinità concepita per durare nel tempo, sospesa in una vertigine macabra e ridicola di se stessa, è l’immagine della loro ricompensa: la perpetua e vana lotta contro l’apparenza, atroce, di quel riflesso.
“Perché la Signora è buona. La Signora è bella”.

E’ una recita che minaccia di essere. La recita dell’impossibile bellezza di essere.

dal 30 maggio al 10 giugno
SALA UNO
Porta S.Giovanni 10 – tel. 06 7009329