Già Dante ricordava, nella sua Vita Nova, i “palmieri”, diretti a Gerusalemme il cui simbolo era appunto la palma, i “romei” che viaggiavano verso Roma portando il simbolo della croce ed i “peregrini” propriamente detti, diretti a Santiago con la conchiglia come immagine di identificazione. Riscoperto negli ultimi anni anche grazie al romanzo di Paolo Coelho, Il cammino di Santiago è sicuramente il più celebre e il più frequentato dei tre percorsi, riconosciuto dal Consiglio d’Europa, il 23 ottobre 1987, “itinerario culturale europeo” e dall’UNESCO, nel 1993, “patrimonio dell’umanità”. I due “sentieri” principali partono da Roncesvalles e da Puente la Reina e si dirigono verso Santiago alla tomba di Giacomo l’Apostolo attraversando, tra le altre, le città di Pamplona, Burgos, León e Villafranca. Un augurio che si fa a tutti coloro che intraprendono il cammino di Santiago è ultreya, che deriva dal latino e vuol dire “sempre più avanti”. Meno frequentata, ma altrettanto celebre nel passato, la Via Francigena portava i viandanti da Canterbury, in Inghilterra, a Roma. Il tracciato apparve per la prima volta negli appunti di Sigenico, nominato arcivescovo nel 994 e incaricato di recarsi presso l’Urbe per ricevere l’investitura dal papa. Sicuramente più insidioso il viaggio verso la Terra Santa e il santo sepolcro di Gerusalemme. La via seguita era quella dell’Appia, la quale conduceva ai porti pugliesi. Da lì ci s’imbarcava, spesso su mezzi di fortuna, con la speranza di poter concludere felicemente il viaggio.