Leggendolo, invece, si scopre che nella sua struttura e nelle sue battute ci sono tutti gli ingredienti per una farsa senza era e senza vincoli. Il teatro a Napoli si è retto sempre, oltre che sui grandi ed indiscussi nomi, su una folta schiera di nobilissimi artigiani che, con la loro sapienza, hanno saputo tener viva la tradizione della commedia napoletana con i suoi eterni quanto infallibili meccanismi. Uno di questi nobili artigiani era sicuramente Gaetano Di Maio, autore di tante commedie tra cui questa “Madama quatte solde” scritta con la collaborazione di Nino Masiello.
Per la compagnia, intorno alla protagonista, si è scelto di riunire attrici e attori con percorsi professionali anche diversi ma tutti con la voglia di cimentarsi con questo pezzo del repertorio tradizionale. Attrici e attori che nonostante la loro lunga storia professionale, hanno accettato di ricoprire anche ruoli minori per il piacere di disegnare gustosi caratteri all’interno di un meccanismo festoso. La regia per questo “gruppone” di amici è stata una esperienza di assoluto divertimento; si è tenuto conto soprattutto, nel pur variegato panorama di storie professionali, di non tradire lo spirito della farsa e la sua leggerezza. La leggerezza (non intesa come superficialità) che è la condizione indispensabile per trattare la farsa. Il pericolo di scivolare nel greve è sempre in agguato e bisogna stare attenti a non indulgere, per ottenere semmai una risata in più, alla battuta facile che però tradisce il personaggio o la storia. Anche la farsa si regge su una storia e i suoi personaggi hanno una loro dignità che non va tradita. Insomma farsa, sì, ma con garbo. Ecco, in un periodo come questo in cui volgarità in teatro, e non solo, impera, far ridere con garbo è un buon obiettivo.
ROMA.TEATRO VITTORIA
Dal 3 al 22 ottobre