New York, Londra, Milano, Parigi. Le luci si sono spente da appena pochi giorni sulle passerelle delle più importanti città dell’alta moda internazionale. Le più note e prestigiose griffe hanno portato in scena migliaia di abiti e accessori: per lui, per lei, di ogni genere e ispirazione, ce n’è insomma per tutti i gusti.

Eppure la Moda, quella con la “m” maiuscola, non è solo questa. Oltre lo sfarzo, la pubblicità e i vertiginosi cachet è ancora possibile trovare alcuni artigiani – sarebbe più opportuno parlare di designer di ultima generazione – che vedono nella moda un importante spazio e veicolo attraverso il quale esprimere la propria individualità.

È il caso di Maria Calderara. Pavese d’origine, ha studiato architettura a Venezia ma sin da subito la sua passione per la moda e in particolar modo per i gioielli l’hanno portata a Milano, dove ha aperto uno show room seguito poi da quello parigino.

Vetro, cristallo, stoffe di ogni tipo, materiali naturali, ma anche carta di giornale e plastica sotto le sue mani esperte e il suo genio creativo diventano oggetti unici, veri e propri pezzi esclusivi.

Con il tempo è passata dai bijoux ad abiti completi, ma la caratteristica delle sue creazioni è rimasta invariata. Sempre originale ed innovativa, vive un vero e proprio rapporto viscerale con la materia che la circonda. Plasma, scompone per creare nuove forme che si adattino al corpo nel modo migliore.
Per sua stessa ammissione predilige «materiali semplici, non caratterizzati, che diventano unici attraverso lavaggi, stropicciature, tinture, lavorazioni fatte a mano per dar forma a tessuti che nascono anonimi, ma sono poi in grado di interpretare le forme che voglio».
Per la collezione primavera estate 2007 Maria ha proposto dei colori freschi e leggeri, uno su tutti: il bianco. I cristalli si mescolano con il cotone, la seta e lo chiffon, in uno strano contrasto che rassicura e colpisce piacevolmente.
La ricerca dell’unicità e dell’identità che traspare dalle sue creazioni rappresenta per la designer pavese un vero e proprio punto di partenza, come ha dichiarato in un’intervista «Se c’è una cosa che non mi piace è tutto ciò che è fatto in serie, che non ha nulla che lo renda speciale, diverso, appunto unico». Le sue opere non subiscono l’usura delle mode e del tempo resistendo ai semplici vezzi di una stagione.