Oltre 170 milioni di euro di fatturato, 11 milioni di persone che ne fanno uso saltuario, 3 milioni che se ne servono abitualmente e 20mila medici che la praticano. Sono questi i numeri della medicina omeopatica in Italia, il terzo mercato in Europa per quanto riguarda la medicina alternativa alle spalle di Francia e Germania. Un mercato che secondo Omeoimprese cresce con un ritmo del 3% all’anno. Numerosi studi scientifici però hanno convinto diversi scienziati dei sistemi sanitari nazionali, come quelli di Inghilterra e Australia, ad ammettere pubblicamente l’inefficacia della medicina omeopatica ad ogni livello. Lo psichiatra Michele Cucchi, Direttore Sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano, analizzando i motivi che spingono sempre più persone a cercare risposte e certezza nella medicina alternativa, spiega i risvolti psicologici dietro questo fenomeno internazionale e lancia un monito ai medici che praticano le cure omeopatiche.

“Il metodo scientifico ha decretato che l’omeopatia non funziona – spiega Michele Cucchi – E’ la voce più forte che abbiamo e dobbiamo integrarla nelle nostre riflessioni, a prescindere dalle nostre convinzioni. Ma cosa succede a tutte quelle persone che, nonostante gli scarsi risultati, continuano a curarsi con l’omeopatia? Le persone hanno irrazionalmente paura della tossicità delle prescrizioni della medicina tradizionale e, davanti a sintomi a-specifico come tosse, cefalea e stanchezza, provano a porvi rimedio senza passare dal medico, percorrendo la strada ‘soft’ della medicina alternativa, scelta soprattutto dalle mamme circa i sintomi dei figli. Queste persone hanno bisogno di trovare rifugio da paure, senso di smarrimento e incertezza e sentono la necessità di avere fede in qualcosa. Questo processo porta molte persone a scegliere le cure di professionisti alternativi che pongono l’accento sulla persona più che sulla patologia, in un clima relazionale che tendenzialmente è più carico di attenzione e accudimento. In questo contesto le persone preferiscono credere spesso ad una spiegazione alternativa che però ha la presunzione di sapere, trasformando teorie personali anche bizzarre in fatti e prescrizioni fantasiose”.