Non sempre si parte.
A volte si resta.
Ma con l’immaginazione ben nutrita, si può ancora camminare, attraversare, perdersi.
Benvenuti nel viaggio immobile, una pratica sempre più necessaria in un mondo rumoroso: piccoli gesti, grandi destinazioni interiori.
Nessuna prenotazione richiesta. Solo attenzione, luce buona e un po’ di poesia negli oggetti.
📚 Il salotto = Marrakech al rallentatore
- Tappeto come mappa sensoriale
- Luce bassa, tè speziato, playlist oud + percussioni leggere
- Libro consigliato: “Un tè a Marrakesh” di Elias Canetti
- Oggetto feticcio: un ventaglio in legno inciso o una ciotola in ceramica smaltata
💡 Sedersi a terra, appoggiare il bicchiere sul pavimento, ascoltare le finestre chiuse.
🛁 Il bagno = un hotel giapponese nel bosco
- Profumo di hinoki, accappatoio fresco, suono d’acqua
- Doccia lenta = onsen mentale
- Documentario: Jiro Dreams of Sushi (anche per la colonna sonora)
- Oggetto feticcio: una pietra liscia da usare come peso per gli occhi
💡 Spegnere tutte le luci, usare solo una candela. Il silenzio fa la geografia.
🛏️ La camera da letto = estate greca a fine stagione
- Lenzuola bianche, finestra aperta, profumo di timo e miele
- Audiolibro: “Zorba il greco” letto con voce lenta
- Oggetto feticcio: conchiglia portata da un altro mare (anche rubata da un bagno schiuma)
- Playlist: una chitarra dimenticata sotto un portico
💡 Dormire con il pareo addosso invece del pigiama. Sognare con sale nei capelli.
🍽️ La cucina = Buenos Aires a mezzogiorno
- Tavolo nudo, bicchiere di vino, fette di pane e qualcosa di piccante
- Film: “El secreto de sus ojos” (da guardare mentre cuoci una cipolla)
- Oggetto feticcio: taccuino con ricette a caso
- Gesto consigliato: cucinare qualcosa che non sai cucinare
💡 Il viaggio inizia quando cerchi “chimichurri” e scopri che l’hai già fatto senza saperlo.
🪟 Il balcone = Istanbul di prima mattina
- Cuscino sul pavimento, tè nero forte, tappeto minuscolo
- Lettura: Orhan Pamuk – Istanbul
- Playlist: suoni urbani + muezzin lontano + clacson rari
- Oggetto feticcio: tazzina spaiata da usare solo qui
💡 Guardare i piccioni, fingere che siano gabbiani. Sentire l’aria cambiare.
🧳 In sintesi?
Il viaggio è uno stato dell’attenzione, non una posizione geografica.
Si può esplorare un angolo di casa come si esplora un mercato sconosciuto.
Basta riempire lo spazio di riferimenti affettivi, visivi, narrativi.
E ogni volta che ti muovi da una stanza all’altra, cambia qualcosa: suono, luce, gesto.
È il tuo microconfine.
Attraversalo con grazia.
Restare non è fermarsi. È viaggiare dentro con più intenzione.