I temi trattati nel testo, fanno di quest’ opera, una elegante riflessione su due contrapposti ceti sociali, l’amara miseria e la grottesca nobiltà. Il primo atto è degno della firma di Molière, e addirittura Benedetto Croce dedicò un saggio alla commedia.  Riproporre un testo della comicità ottocentesca significa anche scontrarsi con la irriproducibilità del background presupposto alla creazione dell’autore, il cui tempo è naturalmente irripetibile nell’attualità. Ciò implica, più che mai soprattutto nel comico, la necessità perenne di riadattare un testo per renderlo fruibile al gusto del pubblico del tempo in cui la rappresentazione viene svolta. La renovatio risponde, inoltre, al fatto che il regista, riformulando il materiale di altro autore, diventa autore a sua volta e quindi modifica la stessa materia artistica per derivarne nuove forme del tutto autonome rispetto all’originaria. Questo compito è affidato ad Armando Pugliese, un regista tra i più adatti alla riduzione in forma attuale di un testo della tradizione napoletana..La vicenda narra la storia di Felice Sciosciammocca, un povero popolano di Napoli, che condivide la sua casa con la famiglia dell’amico Pasquale, anch’essi poveri ma d’improvviso si ritrovano tutti ad interpretare degli improbabili nobili alquanto buffi… Una meravigliosa commedia ricca di gag e tanta comicità. Roma.Teatro Sala UmbertoDal 16 dicembre al 6 gennaio