Il Biocell Centre di Busto Arsizio, in provincia di Milano, e il Bioscience Institute di San Marino diventano parners per un ambizioso progetto che conferisce onore al nostro Paese:mettere a frutto le potenzialità delle cellule estratte dal liquido amniotico utilizzato per eseguire l’amniocentesi, un esame molto comune di diagnosi prenatale.In concreto, è sufficiente non gettare via i primi 3 ml di liquido amniotico estratti per poi inviarli tramite corriere a uno dei due importanti centri.”Si tratta di un’opzione che la paziente ha a disposizione – afferma Fabio Ghezzi, medico chirurgo docente di ginecologia ed ostetricia presso l’universita’ dell’Insubria – che noi consigliamo a chi ha gia’ deciso, per altre ragioni, di effettuare l’amniocentesi. Infatti conservare il liquido amniotico non comporta alcuna variazione del metodo consueto di effettuazione dell’esame, ed è pertanto eseguibile senza rischi ne’ particolari complicazioni da ogni ginecologo incaricato di effettuare il prelievo del liquido amniotico”. Dunque, una possibilità in più per i genitori del nascituro, che si aggiunge a quella largamente sperimentata delle cellule staminali da sangue del cordone ombelicale. Senza nessun rischio di battaglie sul fronte etico.