Gli amanti della comicità sottile e mai volgare di Fantoni avranno di che ridere. Il comico, in tuta arancio da carcerato americano, è sovrastato da un telecomando gigante che ricorda tanto un grattacielo. Sottoposto ad una terapia per disintossicarsi da un abuso di tecnologia, Fantoni cercherà di mettere in ridicolo la tanto mitizzata civiltà americana e non solo. Infatti vicino di stanza del “malato” è ricoverato un “giovinotto torinese” sempre pronto a far festa, la cui identità non voglio rivelarvi.
Si ride parecchio immedesimandosi nelle disavventure tecnologiche del comico sempre autoironico e che evita di prendersi sul serio. Infatti Fantoni non nasconde che l’idea di questo spettacolo, scritto con Duca Lamberti, è nato da una sorta di condizione autobiografica.