Essere un dio oppure un impostore. Il confine tra la verità e la menzogna in tema di fede è quanto mai labile. Eppure a volte alcune situazioni conducono a riflettere ed interrogarsi. È il caso di un ragazzo quindicenne che se ne sta assorto in uno stato di totale meditazione. Nulla sarebbe strano se parlassimo di un adolescente occidentale che sperimenta tecniche di rilassamento ormai in voga anche nella nostra cultura. Discorso diverso è invece se, come il caso ha voluto, il ragazzo in questione è nepalese, è in meditazione totale dallo scorso 17 maggio, non mangia, non beve e mantiene gli occhi chiusi nella posizione rituale buddista ‘ren ge wa za’ (seduto gambe incrociate ai piedi). Quello che sta accadendo a Ram Bonjon, il nome del ragazzo, è cosa nota ai devoti del buddismo. I testi sacri narrano che anche il Buddha storico, nato nel 543 a. C. a circa 200 km dai luoghi in cui è vissuto Ram, rimase seduto a gambe a incrociate in profonda meditazione sotto un albero di Pipal. Qui, dopo diverse settimane, giunse ad uno stato di completa e profonda saggezza comprendendo le cause e i rimedi alla sofferenza umana. Da tale parallelismo è nato un vero e proprio caso. Migliaia di pellegrini da giorni si addentrano nel cuore della giungla nepalese, per vedere con i propri occhi il ragazzo. Alcuni testimoni giurano di aver visto una luce che si emanava dalla sua fronte. I medici locali hanno osservato a lungo il giovane mistico, ma non hanno saputo spiegare come fa il ragazzo a vivere senza nutrirsi. L’unica cosa di cui sono certi è che sia vivo. Fervore aumentato vertiginosamente quando un serpente avrebbe morso Ram, ma egli avrebbe continuato a meditare senza scomporsi. Dopo cinque giorni egli avrebbe finalmente parlato: “Chiedo alle persone di non chiamarmi Budda. Non ho l’energia di Budda. Io sono solo una divinità di livello inferiore. Un serpente mi ha morso, ma io non ho bisogno di cure. Ho bisogno invece di sei anni di profonda meditazione”.