“Poiché non vi fu storia più triste di quella di Giulietta e di Romeo”. Così Shakespeare conclude una delle sue più famose opere. Ma non è così che si conclude l’irresistibile parodia che ha scritto, ispirandosi alla più romantica storia d’amore di tutti i tempi, Ephraim Kishon. Grande scrittore, drammaturgo, giornalista e umorista ( vincitore del Premio Israel 2002 e nominato per il Premio Nobel per la letteratura), nato a Budapest e morto lo scorso anno, ha rivisitato il testo shakespiriano e della storia d’amore tra la dolce Giulietta ed il bel Romeo ne ha fatto una straordinaria farsa. Il paradosso nasce dal fatto che Giulietta si sveglia prima del previsto  impedendo così a Romeo di suicidarsi.  Giulietta e Romeo, quindi, vivono, si sposano, hanno una figlia, creano un classico nucleo familiare ma la convivenza, i problemi della vita quotidiana, la poca fortuna di lui, il lasciarsi andare di lei, l’arrivo della figlia Lucrezia ed altro ne fanno con l’andare degli anni una coppia come tante altre: oberati dai problemi quotidiani, annoiati dalla vita di coppia, disamorati dai non idilliaci rapporti con la figlia.Ma ecco che, dall’al di là, torna William Shakespeare deciso ad intervenire per riportare il suo capolavoro alla versione originale: la più grande e triste storia d’amore di tutti i tempi non può finire in un continuo battibecco! Insomma, Giulietta e Romeo devono morire per tornare ad essere immortali.Shakespeare è avvilito per la mediocre piega che ha preso la sua opera, irrompe in scena cercando di rimettere in riga i due protagonisti propinandogli i suoi versi. Ma per quanto faccia non riesce a salvaguardare  l’eternità e la paternità della sua opera. Anzi, viene persino immischiato in una sorta d’innamoramento per Lucrezia, figlia di Romeo e Giulietta, una tipica ragazza dei nostri tempi, un po’ annoiata, svogliata, sempre in conflitto con i genitori che però, rimane affascinata dal modo, per lei incomprensibile di esprimersi  in versi di Willy, alias, William Shakespeare. Così il povero Shakespeare, pur provandole tutte, non riuscirà a riportare la sua storia all’antico splendore: Giulietta e Romeo si prenderanno, ancora una volta, gioco di lui.  Non moriranno. Fingeranno di avvelenarsi, tanto per togliersi dalle scatole il loro ingombrante creatore e riprenderanno la squallida  routine di tutti i giorni beffandosi del Sommo Poeta e della storia d’amore più bella e più triste della letteratura di tutti i tempi. Roma.Teatro VittoriaDal 27 novembre al 23 dicembre