«I programmi di cucina in tv hanno annoiato? Macché, riscoprono tradizioni e ricette. Certo è che migliaia di persone ormai campano sui cuochi: tutti sanno di vino e sono food-blogger». Davide Oldani e FIlippo La Mantia non si sono tirati indietro, però, quando La5 ha offerto a loro la parte di protagonisti nel nuovo talent show “The Chef”, dove fanno i giudici. Voglia di fare concorrenza a Carlo Cracco e al suo Masterchef? «Carlo è bravissimo e non gli invidio nulla. Il suo unico difetto è che è milanista», dice Oldani a “Io donna”, in uscita sabato 21 settembre, in una intervista a due con il collega di pentole e tv La Mantia. Che aggiunge: «Ha successo perché se lo merita. Per questo non mi è piaciuto quando ha detto che gli show numeri due resteranno sempre numeri due». Oldani e La Mantia polemizzano contro i cuochi tv che non hanno un ristorante: «Alessandro Borghese e Simone Rugiati quando prendono in gestione un ristorante hanno dei problemi. Se cucino in tv per 20 anni non potrò capire che cos’è la leadership su una brigata di 14 persone», attacca La Mantia, mentre Oldani rincara la dose: «Quella è un’ottima scelta di vita. Ma loro fanno parte di uno star system diverso, quello degli showmen televisivi». La cucina infatti dev’essere una passione esclusiva: «La tv è un’incursione, ma il mio palcoscenico resta il ristorante», precisa La Mantia. E nel programma come vi siete divisi i ruoli? «Siamo amici e siamo così diversi che ci siamo integrati», dice Oldani. «Io ho fatto per parte più tecnica, quella del giudice, che richiede precisione e professionalità. Filippo invece è il buono della coppia, l’intrattenitore». E La Mantia: «Con Davide siamo amici da anni, abbiamo fatto le vacanze in barca insieme. Io cucino per istinto, mentre lui razionalizza e ha creato una tecnica basata sull’armonia dei contrasti. E nei partecipanti ho ritrovato me stesso di vent’anni fa quando, dopo la prima vita da fotoreporter a Palermo, ho capito che volevo aprire un ristorante».