È stata assolta Elena Romani, la hostess di Vercelli e mamma della piccola Matilida Borin, ventidue mesi, uccisa con un calcio il 2 luglio 2005. La donna era stata accusata di omicidio preterintenzionale per la morte della bambina avvenuta a Roasio, piccolo centro a pochi chilometri da Vercelli.  Sono felicissima, sono stati due anni e mezzo di grande sofferenza. Vissuti senza la ma bambina e, ancor peggio, con l’ accusa di essere stata io a toglierle la vita. Questo il commento di Elena Romani, 31 anni, di Legnano, dopo aver ascoltato la sentenza della Corte d’Assise di Novara che l’ha assolta dall’accusa di aver ucciso Matilda.Un’assoluzione giunta a sorpresa dopo che il pubblico ministero Antonella Barbera aveva chiesto quindici anni di reclusione per omicidio preterintenzionale. Assoluzione perché “è insufficiente la prova che il fatto sussista”.  Una vera vittoria per gli avvocati Roberto Scheda e Tiberio Massironi che in questi due anni hanno difeso Elena Romani; la fine di un incubo per la donna. Ma il giallo resta ancora aperto. L’assassino della piccola non ha ancora un volto, né un nome. Che Elena fosse innocente noi l’abbiamo sempre saputo- afferma l’avvocato Massironi- ma adesso si rischia di non avere un colpevole.  Una frase che sembra chiamare in causa l’ex convivente della hostess vercellese, Antonio Cangialosi, l’unico presente nella casa al momento del delitto e secondo la difesa, responsabile della morte della bambina. Contro la sentenza di proscioglimento che scagiona l’uomo, Elena Romani ha presentato ricorso in Cassazione: è convinta che il fidanzato sia responsabile dell’omicidio. Il pubblico ministero Antonella Barbera è di diverso parere, ha annunciato, infatti il ricorso in appello contro la sentenza di assoluzione pronunciata dalla Corte d’assise di Novara.