Il racconto è fatto attraverso “fotogrammi” unici, ritrovati in oltre ottanta musei e biblioteche di tutta Europa in cinque anni di ricerche da parte di una equipe internazionale di studiosi provenienti dall’Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania, Spagna, e Stati Uniti d’America. Innanzitutto 78 disegni autografi di Palladio, molti dei quali ritornano in Italia dopo la vendita da parte di Vincenzo Scamozzi all’architetto inglese Inigo Jones nel 1614. Consentiranno di cogliere Palladio al lavoro, mentre concepisce i suoi capolavori, presentando anche il Palladio dimenticato, vale a dire quei progetti mai realizzati, o per ragioni finanziarie oppure perché troppo avanzati per il suo tempo: il ponte di Rialto di Venezia, ville grandi come templi antichi, il progetto per un nuovo Palazzo Ducale distrutto dall’incendio del 1577.
Per consentire al pubblico di non addetti ai lavori di comprendere e apprezzare la portata spesso rivoluzionaria di questi disegni, gli esperti hanno curato la realizzazione di oltre trenta modelli tridimensionali che chiariscono lo sviluppo spaziale dei disegni tracciati nei fogli di carta.Oltre 40 dipinti vi consentiranno di guardare in faccia gli amici di Palladio, ritratti da grandi pittori come Veronese e Tintoretto e El Greco, ma anche i suoi nemici, come Jacopo Sansovino, di cui Palladio insidia il primato come leader dell’architettura a Venezia.
 
 
Splendide vedute di Canaletto e Zuccarelli mostreranno gli edifici di Palladio realizzati per i palladianisti inglesi del Settecento, una vera e propria “mostra palladiana” concepita duecento anni fa.
Sculture e bronzetti presenteranno per la prima volta il lavoro di artisti come Vincenzo Grandi e Valerio Belli fondamentali per la formazione del giovane Palladio. Ne emerge un Palladio inedito, ben diverso dalle consuete letture classiciste in bianco e nero: un Palladio immaginifico inventore di forme nuove, che crea creative soluzioni per superare le difficoltà imposte dal sito. Un
Palladio che, soprattutto negli anni della maturità, vuole emozionare con i propri edifici, usando il colore, gli ordini colossali, le viste scenografiche. Un Palladio “moderno” come non lo avete mai visto, che cambia il volto di Vicenza e il modo di vivere nelle campagne del Veneto e le quinte del Bacino di San Marco a Venezia.
Capiremo così la portata innovativa del suo messaggio, e l’attualità della sua convinzione che l’architettura possa cambiare in meglio il mondo in cui viviamo. Capiremo come sia possibile per il figlio di un mugnaio aver conquistato il mondo. Vicenza, Palazzo Barbaran da Porto
dal 20 settembre 2008 al 6 gennaio 2009