Quasi tre milioni e mezzo. Un gran bel numero, non c’è che dire. E se poi da questi si ricava il 76 per cento il numero è ancora più bello. Minore, sì, ma più bello. Più bello per Walter Veltroni. Già, perché se più di duemilioniseicentomila persone hanno optato per il suo nome la soddisfazione dev’essere stata non da poco. Al di là del risultato scontato, infatti, la sorpresa dell’elevatissimo numero di votanti deve aver fatto davvero girare la testa per qualche attimo al sindaco della Capitale. Un milione, un milione e mezzo, due milioni al massimo… Queste erano le cifre sciorinate dagli esperti in questi giorni, cifre che ornavano le schermate che i cervelli di statistica preparavano per i vari dibattiti televisivi animatori delle prime e seconde serate della tv italiana negli ultimi sei mesi. E poi la sorpresa, con il premier Prodi che il giorno dopo, sorridente, è arrivato a confessare: Se ieri fosse stato un fallimento, il governo saltava. Fallimento evitato nel modo migliore e felicità per tutti: Sono contento tre milioni di volte, ha dichiarato il presidente del Consiglio, e gli ha fatto eco tutto l’entourage che ha mosso l’enorme macchina delle primarie, macchina che ha messo al lavoro ben 475 collegi. È un sogno per me e per Prodi. Siamo arrivati a tre milioni e 300 mila. Siamo già il primo partito… Veltroni non ha nascosto l’entusiasmo, e ne ha approfittato per difendere a spada tratta il mondo politico, la politica nella quale crede: Questo partito nasce per sconfiggere la paura e restituire la speranza. E adesso bisogna pensare all’imminente futuro: Tocca a noi parlare il linguaggio della pace, della lotta alla povertà. Un partito che sia a fianco degli imprenditori, dei giovani che cercano lavoro, dei meridionali oppressi dall’Antistato. Adesso, dunque, comincia il lavoro dietro le scrivanie. Ma tutto attorno al Pd? Forza Italia, che ambisce sempre alla costante leadership di primo partito, parla di bluff sui voti, mentre Casini rimane cauto sui numeri e domanda a Veltroni con chi starà (Con i 300 mila studenti scesi in piazza o con il ministro Fioroni?, chiede il leader Udc) e Buttiglione profetizza che i democristiani arrabbiati interni al Partito democratico presto passeranno con lui. Insomma: tutto nella norma. In effetti non è cambiato granché: gli elettori di Ds e Margherita hanno votato per il Pd, e a loro si sono aggiunti da un lato un gran numero di sedicenni entusiasti per la loro prima seria, effettiva partecipazione politica; dall’altro un cospicuo numero di gente che crede nel nuovo e di gente che non crede più nel vecchio ma non vuole perdersi d’animo. Antipolitica sconfitta? Beh, certamente non è a Grillo che si deve rivolgere la domanda. Se fosse così allora lui e Walter avrebbero smesso di combattere la stessa battaglia.