È necessario un “immediato riequilibrio dell’informazione politica tra tutte le liste partecipanti alla campagna elettorale”. Questo l’atto di richiamo rivolto dall’Autorità Garante delle Comunicazioni alla Rai e alle reti private. Troppo forte infatti, si legge dalla nota dell’Agcom,  risulta “lo squilibrio”, in particolare nei notiziari, sia tra le due forze politiche maggiori e il complesso delle altre tra formazioni sia tra il Pdl e il Pd, a favore del primo”.La settimana campione, presa in esame dal garante, è stata quella successiva alla presentazione delle liste tra il 10 e il 17 marzo, con unità di misura il “tempo di parola”, ossia gli interventi di ogni rappresentante poltico. Dai dati è emerso che il pdl ha avuto due ore e mezza di servizi in più rispetto al Pd nei notiziari delle maggiori reti nazionali.Il maggiore scarto sulle reti mediaset, con 45,99% di spazio dedicato al Pdl, contro il 23,80% del Pd. Stessa tendenza nelle reti del gruppo Telecom Italia Media (La7, Mtv), dove al Pdl è stato assegnato il 48, 23% dello spazio e al Pd il 28,48%. Ridotto lo scarto nei notiziari Rai dove comunque il Pdl ha avuto il 37,24%, a fronte del 29,75% del Pd.La palma del tg più politicamente scorretto va (“ad honorem”) al tg4 di Emilio Fede, che ha dedicato al Pdl il 53,65% degli interventi, contro il 15,66% di quelli offerti al Pd. Ma a lamentarsi sono anche gli altri due schieramenti del centro e della sinistra arcobaleno, cui il tg1 ha dedicato rispettivamente il 9,24% e il 9,35%.“Non sono andato molto in tv”, la replica seccata di Berlusconi ai microfoni di Sky Tg24. “L’Authority guardi alla sostanza delle cose: un partito che viene votato dal 50% degli italiani deve poter esporre i suoi programmi ai cittadini più di un partito che ha l’1%”. Quasi una tautologia. D’altronde Berlusconi ha sempre espresso la propria insofferenza contro una legge, quella della par condicio, a suo modo di vedere “liberticida”.