Nonsi può di certo negare che tra le parole di Patroni Griffi, le sensazioni, iconcetti, i sentimenti, le provocazioni, sanno come esaltarsi e completarsi, eche il pensiero di trasporle è fluido e gratificante. Scrittonegli anni ’70, il testo risulta ancor vivo per tematiche e concetto .Lastoria racconta le scelte, rivoluzionare per la casta che lo hainglobato per tutta la sua vita precedente, di un uomo , del quale non ci vienefornito il nome. Probabilmente questo poco importa alla risoluzione dellavicenda, a mio discernimento l’autore, ad arte e tramite l’espediente, havoluto rendere universale la faccenda.Fantastica la scena finale dell’opera, doveil nostro LUI, circondato da pagine di libri, afferra “la parola” che glisvolazza attorno, in una ideale caduta libera, declamandone la realtà in essacontenuta. Maper arrivare a questa, il travaglio assume le fattezze di un incubo, conl’apparizione dei fantasmi della sua vita: la famiglia, affrontata attraversoil personaggio de LA MOGLIE , come un’entità vorace e ricattatoria, la casta,rappresentata dal personaggio de IL FIGLIO, con i suoi orpelli e contributipiccolo borghesi, il dovere, materializzatosi attraverso il personaggio del CAMERIERE,  che coartizzante,  attraverso il senso di colpa, costringe ecastra. L’unicavicenda che realizza e tranquillizza il protagonista è quella che vive, nel suocontemporaneo, con IL RAGAZZO . Questa  è linfapura e vivificante durante l’incubo che egli vive. Ma anch’essa terminerà, comeconclude la vita di un uomo, il quale abbandonato dai suoi stimoli si richiudenella sfera della parola, come ultima spiaggia di un inevitabile tramonto chechiuderà un percorso permeato dalla Poesia con la Poesia stessa.IlNostro spettacolo si svolgerà attraverso la presenza in scena del protagonistae del suo co-protagonista, mentre  gliautori del percorso sensoriale del Nostro LUI, assumeranno essenza digitale:appartenendo la Nostra rappresentazione ad un’era atta al virtuale, anchel’incubo assume la forma d’un etere affollato di ricordi, passioni, depressionie angosce.Tuttii Nostri, vestiranno l’essenzialità del ruolo: un Uomo, durante laconsiderazione della sua vita, abbandona orpelli, inventati per giustificarerealtà distorte.Unracconto tecnologico per una sensazione assoluta. Mala Poesia avrà sempre e comunque la sua centralità vivificante. Fabio GrossiTEATRO ELISEO via Nazionale,183 00184 Roma T.(centralino)06 488 721 T.(botteghino)06 4882114 | 06 48872222ORARI : martedì, giovedì, venerdì ore 20,45;mercoledì e domenica ore 17(mercoledì 13 novembre ore 20,45). sabatoore 16:30 e 20:45 (sabato 26 ottobre solo ore 20,45)