Si mantiene fluida la situazione del governo dopo la crisi aperta con lo strappo operato da Clemente Mastella. Dopo il discorso di ieri al Parlamento del Presidente del Consiglio Prodi, oggi si è votato la fiducia al governo alla Camera. Scontato il sì, che è arrivato con 326 voti a favore a fronte di 275 contrari. La partita più dura si giocherà però domani al Senato, dove la defezione dei parlamentari dell’Udeur potrebbe risultare decisiva.  Mastella ha ribadito in giornata il suo no a eventuali ripensamenti: “al Senato non si torna indietro, l’ho detto anche al Capo dello Stato” ha spiegato l’ex guardasigilli, che ha tenuto a precisare che il suo movimento non confluirà per il momento nel centrodestra, come ventilato da Berlusconi.  Si fa la conta dei senatori. All’Udeur nelle ultime ore si sono aggiunti i no da parte di Dini e di Fisichella, così come quello di Turigliatto di Sinistra critica, in una sorta di rompete le righe generale. Voteranno invece a favore i senatori a vita Andreotti e Cossiga. Secondo fonti parlamentari, lo stesso Napolitano avrebbe consigliato Prodi di valutare l’opportunità di un’ eventuale verifica a palazzo Madama. Al termine di una riunione con alcuni ministri dell’esecutivo, Prodi avrebbe manifestato comunque l’intenzione  di tentare il passaggio al Senato. L’opposizione insiste per le elezioni immediate: “Se non si va al voto facciamo la rivoluzione” ha risposto con una battuta ai giornalisti il leader del Carroccio Umberto Bossi.  Appello all’unità istituzionale da parte di Napolitano, nel giorno del sessantesimo anniversario della Costituzione: “è necessario porre mano a quel rinnovamento della vita istituzionale, politica e civile, in assenza del quale la comunità nazionale, in tutte e sue parti, sarebbe esposta a crisi gravi”.