C’è sempre un momento, dopo le ferie o prima di un lunedì importante, in cui ci si dice:
“Devo rimettere a posto la mia vita.”
Ma sistemare tutta la tua esistenza è, tecnicamente, impossibile.
Invece, puoi cominciare dal cassetto della cucina che fa rumore.
Quel piccolo scrigno caotico dove convivono elastici, bustine di tè, batterie scariche e forse anche i tuoi traumi.
🗺️ Un microviaggio psico-casalingo
Quel cassetto non è solo un disastro logistico. È un ritratto affettivo in versione oggetto:
- contiene cose che non servono più
- cose che servono ma non sai dove mettere
- cose che hai dimenticato di avere
- e almeno una matita IKEA spezzata
🧘♀️ Perché iniziare da lì?
Perché è:
- gestibile: puoi svuotarlo in 15 minuti
- rivelatore: ti racconta qualcosa su come vivi (spoiler: malino, ma non irreparabilmente)
- liberatorio: ti fa sentire come se avessi fatto ordine nell’universo intero
E poi… fa rumore. Ti chiama.
È il tuo punto d’ingresso nel grande restauro interiore stagionale.
🧤 Procedura consigliata
- Svuotalo.
Sì, tutto. Anche i tappi singoli senza bottiglia. - Dividi: utile / affettivo / inspiegabile.
Le pile a bottone vanno buttate. La calamita con scritto “Salento 2014” si tiene. - Puliscilo come se stessi facendo pace con te stessa.
Usa uno spray con profumo rilassante. Non serve, ma fa atmosfera da rituale. - Riorganizza.
Usa contenitori di fortuna: scatoline, tappi, coperchi.
È il momento in cui il caos si fa geometria. - Chiudi il cassetto.
Sentirai meno rumore, e anche un po’ meno dentro di te.
🧠 Il vero significato?
Non hai messo in ordine un cassetto.
Hai iniziato qualcosa.
Hai detto al cervello che c’è spazio per il nuovo.
Anche se piccolo. Anche se accanto alla bustina di lievito scaduta.