Sarà di scena fino al 24 dicembre al Teatro Greco di Roma “Romeo e Giulietta”, dance opera tratta dalla tragedia di William Shakespeare.

Renato Greco e Maria Teresa Dal Medico devono il loro successo alla capacità di saper comunicare i propri sentimenti ed emozioni e all’amore che li unisce nella vita e nella danza. Con rispetto ed amore, quindi, raccontano questa appassionante storia, e lo fanno attraverso una Dance Opera in cui lo spettatore rimane coinvolto dalla plateale tragedia, rivisitando le nicchie più intime del dialogo amoroso, scoprendo che il fraseggio della danza classica si integra con la parola e che la musica enfatizza la descrizione drammaturgica dell’azione.

Le coreografie di questo lavoro traggono ispirazione dall’esperienza dei due coreografi che, oltre ad aver più volte danzato i celebri pas de deux del repertorio classico e moderno, studiando e confrontando le diverse composizioni musicali di S. Prokof’ev, di P. I. Chajkovskj e di H. Berlioz, hanno vissuto la rivoluzione di ” West Side Story” (1957) con le musiche di Leonard Berstein e le coreografie di Jerome Robins: una rivoluzione dell’orientamento artistico dal classico al modern-jazz. Frutto di queste esperienze, lo spettacolo è la risposta alle tendenze di un pubblico che anche neofita alla danza, potrà apprezzarne tutta la sua potenza espressiva. L’epilogo di questa tragedia non viene interpretato come il frutto del destino beffardo, bensì come conseguenza dell’avventatezza e dell’impazienza dei due giovani, secondo la logica umanista e rinascimentale per cui l’uomo è l’unico artefice del proprio destino.

Con particolare enfasi, i personaggi si raccontano e si caratterizzano attraverso lo sviluppo dell’intreccio coreografico: Mercuzio, amico di Romeo, virtuoso della parola e personaggio di straordinaria potenzialità drammatica, diventa in questa visione, giullare e mago dell’azione; Tebaldo, cugino iracondo di Giulietta, che trova nella sua stessa indole la cagione della sua fine; Romeo e Giulietta, amanti, martiri e colpevoli al tempo stesso della loro morte, tanto quanto i loro genitori.

Una grande mela, realizzata da Massimo Roth, segno di vita, d’amore , di peccato e d’amicizia accoglie la scena del dramma. Questo frutto si spacca in due metà, diverse e complementari e al suo interno uno specchio riproduce la verità dei momenti più intimi ed esaltanti della storia d’amore di tutti i tempi. Emozionante la partecipazione di Ennio Coltorti nelle vesti di voce narrante.