Roma. Adiacente le mura della dimora di Augusto, tra il tempio di Apollo e la chiesa di Sant’Anastasia, una grotta è rimasta celata per ben duemila anni.
Non parliamo di una grotta qualsiasi ma come dice il sindaco di Roma, Walter Veltroni,  di “una scoperta di enorme importanza scientifica”. Si tratta del ‘lupercale’, la cavità dove seconda la leggenda  la lupa allattò Romolo e Remo, i fondatori di Roma.Attraverso una sonda penetrata 16 metri sottoterra, dal cuore di Roma, una microtelecamera ha restituito immagini sensazionali:a forma di ninfeo, la grotta è alta circa 9 metri e con un diametro di 7,5. Marmi policromi abbelliscono la volta dove è raffigurata un ‘aquila bianca dal significato simbolico ignoto. Forse si tratta del simbolo di Augusto che  “si impossessò di un mito greco, essendo quello il santuario di Fauno allo stesso tempo lupo e capra, per fondare l’impero romano” ha spiegato l’archeologo Andrea Carandini. 
Per Francesco Rutelli siamo di fronte a“una scoperta mirabolante, frutto del lavoro, della pazienza e del cuore dei nostri archeologi, che ha permesso di ritrovare qualcosa che nella Città Eterna sembrava scomparso”Sicuramente il sito scoperto nell’area del Palatino “è la dimostrazione di quali tesori la nostra città ancora preservi – commenta Walter Veltroni – e quanto sia possibile ancora ottenere da quel lavoro quotidiano fatto di passione, professionalità e impegno, che ha consentito agli archeologi delle sovrintendenze. di portare alla lice e consegnare non solo alla città ma al mondo intero un luogo tra i più sacri della Roma antica”.  L’appuntamneto è per il prossimo 10 dicembre quando saranno presentati i lavori ultimati presso la casa di Augusto. Mentre l’inizio del 2008 vedrà l’apertura al pubblico del complesso dove dimorava il primo imperatore romano.