Il linguaggio universale e magico, quello del corpo e della fantasia, nella tradizione lunghissima del clown: Slava Polunin è considerato il migliore nella sua arte, un felice incontro tra l’espressione del mimo – da Chaplin a Marcel Marceau – e la disciplina del lavoro sull’attore specifica della lezione russa. Dal Teatro Valle di Roma parte (dal 22 al 31 dicembre) la tournée italiana del suo spettacolo cult, SLAVA’S SNOWSHOW, che toccherà fino a fine gennaio le città di Torino, Parma, Bologna, e Udine. È uno show dalla vita lunga – la prima versione risale a quasi 20 anni fa – e piena di successi e riconoscimenti in tutto il mondo (Time Out Award, 1994 – Laurence Olivier Award, 1998 – New York Drama Desk Award 2005). È il 1993 infatti quando l’artista, capace di fondere il teatro visivo all’arte del clown, raccoglie le gags e gli sketch più famosi del suo già vasto repertorio in questo allestimento unico, diventato un classico del teatro del XX secolo. La necessità di svincolare la clownerie dal mondo circense per portarla nelle piazze e nei teatri; la volontà di creare un teatro di soli clown; la forza comunicativa di una eccentrica pantomima, definita da Slava stesso, dostoevskijanamente, “idiozia espressiva”: questi gli ingredienti del successo planetario, mai interrotto, unanime dell’arte di Polunin, che definisce il suo «un teatro che sfugge a qualsiasi definizione, all’interpretazione unica delle sue azioni e da qualsiasi tentativo di limitazione della sua libertà». E Slava’s Snowshow è la summa di quest’arte: uno spettacolo in movimento, in continua evoluzione di idee, innovazioni ed invenzioni, che «si nutre –spiega l’artista – dell’improvvisazione spontanea nel rispetto scrupoloso della tradizione»; capace di emozionare e divertire «nell’unione epica intimistica tra tragedia e commedia, assurdità e spontaneità, crudeltà e tenerezza». Info www.slavasnowshow.it