Le due interpreti per la prima volta insieme sulla scena, restituiscono allo spettatore, attraverso toni ora grotteschi ora malinconici, la storia di Carolina e Teresa Materassi, due anziane sorelle la cui esistenza ormai piatta ed annoiata viene sconvolta dall’arrivo improvviso del nipote Remo, rimasto orfano. Le due donne si lasceranno travolgere dalla giovinezza e dalla bellezza del ragazzo e gli permetteranno di sperperare allegramente tutti i loro risparmi, accumulati con anni di duro lavoro. Ma riceveranno in cambio nuova carica vitale, inaspettata energia, tanto da riuscire a superare ogni difficoltà, con straordinaria modernità e un ritrovato spirito d’iniziativa, trovando anche un riscatto nella loro abilità lavorativa. Nel tradurre in scena questo romanzo, Maurizio Nichetti mette in evidenza l’oscillare della scrittura tra divertimento e inquietudine, affidando all’abilità interpretativa delle protagoniste i battibecchi domestici delle sorelle, raffinatissimi duelli verbali scritti da Palazzeschi. E, con la sua vena quasi surreale, sottolinea l’assoluta modernità dei contenuti, suggerendo allo spettatore – sotto l’arguzia dell’autore toscano – una riflessione che ben si addice alle nuove e ammalianti illusioni della società contemporanea. «Perché riprendere oggi la storia di Teresa e Caterina Materassi? Le due improvvide zie capaci di rovinarsi per amore di un nipote impunito, cosa possono insegnarci? – si chiede il regista – Molto, perché la loro è anche la nostra storia, la storia dei nostri anni. La misura e il buon senso minati da nuove e affascinanti promesse. Mille tentazioni che si intrufolano nelle nostre case attraverso le mode, i canali televisivi, gli inserti patinati. Nuovi scenari tecnologici e finanziari che ci illudono continuamente, ci ammaliano, promettono e poi ci abbandonano più poveri e più tristi di prima. La speranza di facili successi e di popolarità gratuite illudono i nostri giovani sempre alla ricerca di scorciatoie non di strade maestre, proprio come Remo. E noi, come Teresa e Caterina Materassi, ci perdiamo in un’altalena di sensazioni, attratti e delusi continuamente da quelle grida gioiose di giovanili entusiasmi dispensati a caso in palinsesti televisivi tutti uguali.” TEATRO QUIRINO – Roma dal 14 al 26 marzo 2006