Con Sotto cieli noncuranti (Feltrinelli Editore, pag. 256, € 16) , secondo romanzo dopo Rossovermiglio (Campiello 2008), Benedetta Cibrario resta a Torino, città dove è ambientata la storia. Abbandona, però, certe atmosfere ottocentesche per collocarsi nella realtà attuale. Protagonista Matilde, una bambina di docidi anni per cui il mondo non è come appare. Una bambina, a suo modo bizzarra che va alla ricerca di piccoli segni e compie strani rituali. Quando si trova a confrontarsi con un dolore più grande di lei, la morte della madre, riesce a trovare un armonia. Il libro parla di cose tristi ma con controllata serienità, dice l’autrice, che è finalista al Premio Rapallo Carige per la donna scrittrice 2010. Sotto cieli noncuranti è un romanzo corale: un gruppo di persone si trova coinvolte in un evento drammatico. Come drammatica è la figura Giovanni Corrias, un giovane pubblico ministero, il padre di Maltilde. Drammatica anche Violaine Griot, la poliziotta laureata in psicologia che si rivelerà la donna-chiave del romanzo. Con coraggio, Cibrario traccia un “racconto d’inverno” dove “Le cose spaiate si devono appaiare. Le cose rotte si devono aggiustare. E quelle che fanno soffrire si devono curare.”