Un protocollo d’intesa, siglato ieri a Roma, delinea tutti i punti chiave di un nuovo network per la protezione dei bambini dal rischio di operazioni di circoncisione abusive.Secondo le stime, infatti, sarebbero 100-150.000 i minori di fede musulmana circoncisi o a rischio. Per questo,la parola d’ordine contro un fenomeno così diffuso e drammatico diventa l’Informazione.Saranno distribuite brochure in tutto il Paese, a partire dalle strutture sanitarie agli ambulatori dei pediatri di libera scelta, per informare sui rischi delle pratiche illegali. Inoltre, i pediatri si impegneranno ad individuare, tra i loro assistiti, tutti i bimbi a rischio e indirizzeranno i loro genitori verso il centro di riferimento più vicino e più sicuro. Non solo. Alcune regioni italiane, come il Piemonte, la Liguria e il Friuli Venezia Giulia,in autonomia, hanno già stanziato fondi a favore di progetti gratutiti di circoncisione, per monitorare e prevenire.”Veder morire a pochissimi mesi dei bimbi nel nostro Paese deve sollevare le coscienze e spingerci a trovare il modo di far fronte a questioni importanti, legate all’ondata migratoria che ha investito l’Italia – sottolinea Francesca Martini, sottosegretaria alla Salute e firmataria del Protocollo insieme al presidente della Fimp (Federazione italiana medici pediatri). Perchè la circoncisione rituale maschile, diversa da quella medica, è comunque ammessa nel nostro Paese, ma questi nuovi interventi mirano alla tutela dell’infanzia e alla riduzione dei rischi, scongiurando a tutti i livelli il “fai da te”.