Un laureato 35enne vive 7,6 anni in più di un coetaneo con il solo diploma di scuola media. Mentre una laureata 35enne ha una prospettiva di sopravvivenza 6,5 in più di una coetanea con un titolo di studio inferiore. Questo il risultato della ricerca realizzata da Carlo Maccheroni, che, oltre a far parte Centro di ricerca sulle dinamiche sociali dell’Università Bocconi, è anche docente di demografia all’Università di Torino.Sulla base dei dati forniti dal censimento Istat del 2001, che da anni pone in relazione il livello di istruzione con il livello di mortalità della popolazione italiana, si è compiuto questo primo studio quantitativo sull’aspettativa di vita secondo il grado di istruzione e, di conseguenza, il livello sociale. Infatti le differenze di mortalità dipendono dalle diverse condizioni di vita e di salute. Secondo Maccheroni, nell’individuo con un maggior grado d’istruzione, l’attitudine ad ampliare le proprie conoscenze in altri campi, oltre a quelle apprese durante il percosro scolastico, migliora la capacità di regolare quei comportamenti che influenzano positivamente lo stile di vita.In base ai risultati ottenuti da questo studio, Carlo Maccheroni ha aggiunto che, un sistema che basa il calcolo delle pensioni su dati medi di aspettativa di vita uguali per tutti, accresce la mancanza di una di distribuzione equa. Inoltre, aggiungendo il fatto che la vita media è aumentata, sia per le donne che per gli uomini, “di più” negli strati sociali alti e “di meno” in quelli più bassi, si può dedurre che le attuali politice sociali andrebbero riviste.