L’interpretazione è di una compagnia che delle antiche presenze conserva solo quella di Franco Graziosi, ora al posto di Tino Carraro nel ruolo del Signore (senza nome per sottolinearne subito l’espressionista valenza universale) che, a torto o a ragione, ha deciso di essere vecchio e di voler vivere da vecchio, da solo, con una giovane parente che gli fa da governante. Quando l’azione ha inizio tutto è già avvenuto, anche se non tutto è stato detto. Mentre fuori l’appiccicoso crepuscolo di un’estate nordica minaccia l’arrivo della tempesta, il fratello del Signore propizia l’incontro di lui con la ex moglie, la quale abita ora al piano di sopra con la figlia comune e con il suo nuovo marito, che però sembra inseguire solo il sogno di un’avventura con la figlia del pasticcere del piano inferiore. Come inevitabile in Strindberg, il ritrovarsi dei due coniugi scatena uno scontro, una vera e propria battaglia dei sessi, da cui viene riportato a galla come nuovamente vivo tutto quanto è stato e non potrà più essere. «Il Temporale può dirsi opera tra le più sottili e, al tempo stesso, complesse in cui si annodano e si mostrano quasi riassunti, con profonda semplicità, i grandi temi ripetitivi, vorrei dire ossessivi che con alterno rilievo ricorrono in tutto il teatro di Strindberg. Per parte mia vi ho scorto, peraltro, qualche figura diversa, nuova, e persino il rovesciamento di alcuni luoghi comuni strindberghiani. Certo il teatro di Strindberg non sta tutto nel Temporale il quale però costituisce, pur nella sua forma di teatro borghese, di atmosfera, un’opera che travalica continuamente questi suoi apparenti confini, raggiungendo regioni inesplorate al suo tempo storico e forse ancora oggi. La tensione estrema tra realtà, o meglio, il possibile reale del teatro e l’irrealtà, proprio perché di teatro si tratta, è avvertita qui come presenza ineluttabile». Giorgio Strehler Chieti, Teatro Marrucino venerdì 3 marzo ore 21.00 sabato marzo ore 15’00-21.00 domenica 5 marzo ore 17.00 info:tel.320007