“Quel che gli italiani venuti dal Nord ci fecero, fu così spaventoso che ancor oggi lo si tace nei libri di storia”. Questa frase, ben impressa nella quarta di copertina del saggio intitolato Terroni di Pino Aprile, è quella che meglio sintetizza lo spirito di un testo che vuole gettare nuova luce sull’Unità d’Italia.L’autore (giornalista e scrittore pugliese), ponendosi il quesito: “Fratelli d’Italia…ma sarà poi vero?”, porta alla luce una serie di fatti che, nella retorica dell’unificazione, sono stati volutamente rimossi. L’Unità d’Italia appare così non più una liberazione ma una conquista ai danni del Sud. Nel primo capitolo Pino Aprile afferma: “Io non sapevo che i piemontesi fecero al Sud quello che nazisti fecero a Marzabotto…che nelle rappresaglie, si concessero libertà di stupro sulle donne meridionali…che ebbero il diritto di saccheggio…che praticarono la tortura.” Parole dure, azioni inconcepibile che nei successivi capitoli l’autore motiva e documenta.Se consideriamo che al momento dell’agressione il Regno delle Due Sicilie era il terzo paese più industrializzato al mondo (dopo Inghilterra e Francia), possiamo ben capire perché i “frattelli d’Italia del Nord svuotarono le ricche banche meridionali, regge, musei, case private per pagare i debiti del Piemonte”. Infatti l’occupazione del Regno delle Due Sicilie fu decisa, progettata e protetta da Inghilterra e Francia, e parzialmente finanziata dalla massoneria.Pino Aprile sfata con questo libro molti dei luoghi comuni legati al Meridione, presentando una storia ben diversa da quella scritta sui libri. Se furono necessarie rappresaglie, stragi, anni di combattimento, leggi speciali, lager (i primi in Europa) affinchè il popolo delle Due Sicilie si piegasse ai settentrionali, allora dobbiamo pensare che al Sud non si stesse male (anzi il contrario). Se i Mille erano quasi tutti avanzi di galera e i briganti erano ex soldati borbonici e patrioti alla guerriglia per difendere il proprio paese invaso, allora bisogna riconsiderare la leggenda di Garibaldi.Dopo un secolo e mezzo che il Sud è stato privato delle sue istituzioni, delle sue industrie, della sua ricchezza, della sua gente (con una emigrazione senza pari in Europa) e della consapevolezza di sé, è giunto il momento di risolvere il problema. Come? Il Nord deve ammettere le proprie colpe. Pino Aprile è ottimista e citando una frase di Paolo Borsellino: “Un giorno, questa terra sarà bellissima” conclude sostenendo che oggi in Europa non esiste altra terra, con maggior futuro e miglior fortuna da dispiegare, del nostro Sud.Terroni
di Pino Aprile
Prezzo € 17,50
Editore Piemme