Il dopo Prodi lascia sul campo del centrosinistra macerie e veleni. É il momento della resa dei conti, verso Mastella, in primis, ma non solo. Affiorano i conflitti mantenuti sopiti fino a questo momento. Principale bersaglio della accuse, soprattutto da sinistra, Veltroni e il neonato partito democratico che avrebbero minato le fondamenta del patto di governo, come sottolineato da Angius in Senato durante il dibattito sulla fiducia. A Veltroni in particolare vengono imputate le manovre con Berlusconi in favore di un netto bipolarismo, e di aver incautamente tagliato i ponti con il resto dello schieramento affermando di volere presentarsi in solitario alle prossime elezioni. Se la sinistra si sfascia, la destra come per incanto si ricompatta intorno al suo leader Berlusconi, che da uomo di spettacolo si ritrova catapultato con questo coup de théatre di nuovo al centro dell’agone politico, potendo lasciare Veltroni e le ipotesi di accordo bipartisan sulle riforme, al proprio destino. Scartate anche le ipotesi di un governo di responsabilità nazionale lanciate da sinistra, Berlusconi cavalca l’onda del voto insieme a Lega e An. Defilata invece l’Udc che apre a un governo istituzionale. Intanto Napolitano è alle prese con il giro di consultazioni. Il Capo dello Stato che nel recente intervento per il sessantesimo anniversario della Costituzione aveva rinnovato il proprio appello all’unità istituzionale, ha sempre posto il problema della legge elettorale al centro del dibattito politico. Non è da escludere dunque lo sfocio della crisi in un governo delle riforme: le voci che si rincorrono danno un possibile incarico con mandato esplorativo al presidente del Senato Marini. Sulla questione della legge elettorale è intervenuto anche il Presidente di Confindustria Montezemolo, che ha auspicato una riforma della legge esistente “che consenta agli elettori di decidere chi mandare in Parlamento e limiti il potere di veto dei micropartiti”, in modo da evitare “la nefasta frammentazione e proliferazione di gruppi”.  Un intervento a tutto campo, quello di Montezemolo, che ha rivolto lo sguardo alla recente condanna del Presidente della regione Sicilia Cuffaro: “Mentre gli imprenditori siciliani combattono il pizzo, il governatore della Sicilia viene condannato a 5 anni di reclusione e decide di restare al suo posto. Questa brutta istantanea riassume bene i due volti del Paese”.