Il governo cinese sta facendo di tutto per minimizzare quanto avvenuto a partire dallo scorso 10 marzo, quando sono cominciate le proteste dei monaci buddisti. Qiangba Puncog, il governatore del Tibet sostenuto dal governo di Pechino, ha fatto il punto della situazione in una conferenza stampa: “Le persone morte finora sono 16, tutte per colpa delle violente proteste della popolazione tibetana”. La versione delle autorità dissidenti tibetane è completamente opposta: “Le dure repressioni del governo cinese hanno causato la morte di centinaia di persone, le Nazioni Unite e la comunità
internazionale devono condannare Pechino”.