Altro che impiegati tutti ufficio e casa. Gli italiani cambiano e si scoprono sempre piu’ con la valigia in mano, impegnati in mille viaggi di lavoro e costretti a spostarsi da un hotel all’altro. Sono i “travellers”, neologismo nato per indicare quegli italiani sempre in giro per lavoro. Proprio come il personaggio interpretato da George Clooney nel film “Tra le nuvole”, un manager perennemente in viaggio costretto a fare la spola tra aeroporti e alberghi. Chi sono e quali sono le loro abitudini quando si trovano in hotel? Gli indaffarati business man d’Italia, sia uomini che donne, sono combattuti se optare per un albergo a 4 o a 3 stelle, mentre 1 su 2 sceglie quelli situati nelle vicinanze del luogo dove ci si deve recare per lavoro. E quali sono i tic e la manie? Ben 6 su 10, appena arrivati in stanza, provano subito il letto constatandone la scomodita’, mentre la meta’ di loro mostra particolare attenzione all’isolamento acustico del locale. La stragrande maggioranza dei ‘travellers’, pero’, concorda su un punto: il momento migliore del soggiorno è quello della prima colazione, considerata fondamentale per iniziare bene la giornata e garantire un giusto apporto energetico per affrontare gli impegni imposta dalla loro fitta agenda e concludere un buon affare. E, a fine viaggio, i business man sono soliti portare con sé dei piccoli ricordi di quella che per molti di loro e’ una ‘seconda casa’: il 26,3% opterebbe per le pantofole, mentre il 22,1% opterebbe per un accappatoio.E’ quanto emerge da una ricerca promossa dall’Osservatorio Nestlé Professional che ha realizzato 500 interviste a uomini (53%) e donne (47%), di eta’ compresa tra i 25 e i 55 anni, per sondare le abitudini e le esigenze del popolo di viaggiatori per lavoro che frequentano l’hotel.