“Che cosa volevo suscitare con questa foto? In lei cosa ho suscitato, ribrezzo, paura, angoscia, dolore? Ecco, l’arte deve suscitare anche questo, come accade guardando un quadro di Munch”. Sono parole di Oliviero Toscani, autore della campagna Anorexia, commissionata dagli stilisti del marchio di moda Nolita e apparsa sui maggiori quotidiani italiani nella quale compare una giovane anoressica, nuda, all’ultimo stadio della malattia.”E’ significativo che abbia scelto di lanciare questa immagine proprio nella settimana della moda, dove sfila la bellezza vestita. Nella mia foto lei non è vestita. Un giorno, quando si riderà dell’equazione ‘bellezza-magrezza’, si ricorderà che qualcuno aveva già pensato a far riflettere sull’errore di questo concetto”. Ma lo scatto di Toscani è anche un forte ‘schiaffo’ a quegli stilisti che continuano a utilizzare, per le loro sfilate e foto, modelle magrissime. “Non è vero – dice il fotografo – che loro sono contro la magrezza estrema, nonostante le dichiarazioni ufficiali, di fatto utilizzano le magre perché a una così i loro vestiti stanno meglio, contribuendo così a mantenere questo problema”.A commissionare la campagna “tre giovani, intelligenti stilisti di Nolita, che hanno avuto un po’ più di coraggio rispetto ad altri”. Nel mondo della moda, sottolinea Toscani, “tutti usano la stessa modella. Loro, invece, hanno approvato la mia scelta, convinti che questo non abbia ricadute negative sul loro lavoro”.La campagna shock raccoglie il plauso del ministro della Salute Livia Turco che, in una lettera indirizzata al noto fotografo, esprime “pieno apprezzamento” per l’iniziativa. “Ho apprezzato sinceramente sia i contenuti della campagna, che le modalità di realizzazione proposte – scrive Turco a Toscani – Un’iniziativa come la sua, infatti, che sia in grado di aprire efficacemente un canale comunicativo originale e privilegiato con il pubblico giovane, attraverso un messaggio di grande impatto, rappresenta uno strumento da prendere in assoluta considerazione”.  “La nuova campagna realizzata per il marchio Nolita si serve di un’immagine che non provoca effetti in chi è malato e si vede allo specchio tutti i giorni. Questo tipo di comunicazione innesca forti meccanismi di emulazione in donne, giovani e bambine che vi ritrovano un ideale da raggiungere a tutti i costi, per diventare visibili e famosi”. Ad affermarlo è Fabiola De Clercq, presidente e fondatrice dell’Aba, Associazione per lo studio e la ricerca sull’anoressia, la bulimia, l’obesità e i disordini alimentari. “Come presidente dell’Aba – prosegue, in una nota – denuncio il vuoto dello Stato di questo Paese che oggi, salvo in occasione delle sfilate, non prende coscienza fino in fondo, della gravità della patologia anoressico-bulimica. Questa – avverte – è in grave aumento, anche per la precocità della sua insorgenza (infanzia) ma anche nell’età matura”.  Secondo Rita Tanas, endocrinologa specialista in Medicina dell’adolescenza che si occupa spesso di patologie correlate al peso “immagini di questo tipo non ottengono alcun effetto sulle giovani donne, che cominciano a fare la dieta con l’idea di perdere solo due o tre chili, non certo di diventare così brutte: l’anoressia subentra perché non si rendono conto di essere diventate così magre, e continuano a non mangiare”. “Forse però – aggiunge la specialista – può servire per gli stilisti, magari li fa riflettere sul fatto che nulla nel mondo della moda è cambiato dopo l’allarme e l’impegno del ministro Melandri nel partecipare a sfilate anti anoressia. Al mondo della moda non interessa il problema, dicono che la modella deve essere ‘come una gruccia’, quindi magrissima.