La corruzione, la schizofrenia del potere e, ancor di più, una dilagante, inarrestabile mancanza di idee e principi sono protagonisti di questo romanzo gotico, degno della più alta letteratura russa. Arriva in teatro il testo che, adattato oggi da Matteo Collura, fu scritto nel 1974 da Leonardo Sciascia come un poliziesco “al contrario” nel quale la società, già imperfetta e malata, conteneva prepotente il seme della colpevolezza.  Fabrizio Catalano Sciascia è il regista – in collaborazione con Maurizio Marchetti – di questo thriller che prende avvio dalla letteratura certamente, ma anche dal cinema, quello d’impegno civile di Elio Petri, per trasfigurarsi, in palcoscenico, come l’opera dell’ingiustizia, in un clima dove il colpevole potrebbe essere chiunque. Sono gli esercizi spirituali nell’eremo di Zafer a riunire, ogni anno, importanti uomini politici, industriali e clero: alcuni di loro scompaiono misteriosamente e parte l’inchiesta che ha come unico risultato – nessuna vittima, tutti colpevoli. Il ritratto grottesco di una casta che per troppa ingordigia si precipita verso l’autodistruzione, si lega all’antagonismo di due figure emblematiche: Don Gaetano, prelato di inquietante e demoniaco carisma e Diego Rogas, pittore ed io-narrante, ospite casuale dell’albergo-eremo ma non della storia, poiché nella sua figura si stempera e compie nella presenza dello scrittore.  Roma, Teatro Quirino
dal 18 novembre al 7 dicembre 2008
Per informazioni e prenotazioni biglietteria del teatro tel. 06/6794585 (ore 10/19 – lunedì riposo) inizio spettacoli serali ore 20.45repliche pomeridiane ore 16.45: mercoledì 19/11; domenica 23/11; giovedì 27/11; domenica 30/11; giovedì 4/12; domenica 7/12repliche ore 19.00: mercoledì 26/11; mercoledì 3/12