Gli spogliarelli alla Full Monty sono acqua passata. Adesso per sembrare più giovani e rientrare nel mercato del lavoro i disoccupati ricorrono al bisturi. Succede sempre più spesso negli Stati Uniti, dove la crisi economica ha dato ulteriore slancio a una tendenza già in atto da qualche tempo: cinquantenni e sessantenni che si rivolgono al chirurgo plastico per poter competere con colleghi più giovani.  Il 75% dei medici, secondo l’Academy of Facial Plastic and Reconstructive Surgery, dichiara di avere avuto pazienti che si sono sottoposti a lifting per restare competitivi nel mondo del lavoro. «Negli Stati Uniti, durante i colloqui di lavoro, l’apparenza è molto importante – dice Francesco Bernardini, chirurgo di Genova specialista in oculoplastica socio dell’American Academy of Ophtalmology e dell’American Society Oculoplastic reconstructive surgery, che ha studiato e lavorato per anni negli Usa –. Nel curriculum non è obbligatorio indicare la data di nascita: dimostrare meno anni quindi può essere determinante, visto che dopo una certa età si è tagliati fuori».  In Italia la situazione è diversa: «Mi è capitato solo qualche volta di avere richieste per un ringiovanimento al volto per questioni direttamente legate al lavoro – afferma Alessandro Gennai, chirurgo plastico di Bologna socio dell’Eafps, European academy of plastic surgery, che ha studiato negli States dal “padre” del lifting endoscopico Nicanor Isse-.  Più spesso mi è successo di fare dei “ritocchini” per togliere qualche anno a donne che, dopo essere state a casa per anni a fare le mamme, hanno deciso di riprendere a lavorare. Di solito è una scelta che si fa soprattutto per sentirsi meglio con se stessi: in questo modo si acquista sicurezza, un fattore molto positivo anche nelle situazioni lavorative».  Negli Stati Uniti il lifting è considerato un vero e proprio investimento: i soldi spesi saranno riguadagnati grazie al nuovo lavoro. «Da noi questa tendenza non si è ancora sviluppata, ma non è detto che la crisi economica riservi qualche sorpresa – aggiunge ancora Bernardini -. Anche qui la ricollocazione sul lavoro è più difficile per i cinquantenni e presentarsi al colloquio con un aspetto giovane e curato può fare la differenza».
 Gli interventi più richiesti riguardano la zona del volto, in particolare lifting e blefaroplastica, rigorosamente eseguiti con tecniche mini-invasive, in modo da lasciare cicatrici invisibili con tempi di recupero brevi.