Se i Maya avevano una loro “Cappella Sistina” ora è stata portata alla luce. È stata rinvenuta infatti nel Guatemala del nord, nella zona di El Peten una sensazionale raccolta di affreschi. Tutti in ottimo stato. A San Bartolo un’équipe di archeologi americani ha trovato dunque un tesoro. Si tratta di pitture murali policrome (nove metri in lunghezza e un metro di altezza) risalenti al I secolo avanti Cristo. Ad abbondare sono soprattutto i gialli, gli arancioni, i blu, i grigi e i rossi. I murales, che rappresentano la storia della creazione e del regno dei Maya, hanno al centro la scena dell’incoronazione del dio del mais e sono i più antichi dipinti murali conosciuti dell’antica civiltà centroamericana, antecedenti al periodo classico, che cominciò nel 250 dopo Cristo. La scoperta arriva pochi mesi dopo quella dell’italiano Francisco Estrada-Belli che rinvenne, sempre in Guatemala, le tracce di una delle più grandi città dell’epoca pre-classica Maya e che anticipano quindi la nascita dei Maya dal 300 avanti Cristo al 500. I murales si trovano sulle pareti interne di una delle piramidi del sito. Secondo William Saturno, professore dell’University of New Hampshire e direttore del progetto, che le ha paragonate ai dipinti di Leonardo da Vinci e di Michelangelo: “Sono un capolavoro”. Gli studiosi stanno ancora discutendo sulla funzione che la stanza decorata avrebbe avuto nella cultura maya. Saturno ha suggerito che potrebbe trattarsi di una stanza in cui il re faceva le prove generali delle sue performance pubbliche. Nel sito dei ritrovamenti, denominato San Bartolo, erano già stati rinvenuti quattro anni fa alcuni dipinti e la più antica tomba reale maya conosciuta finora. Ulteriori test al radiocarbonio sui dipinti hanno in seguito rivelato che la parte centrale dei murales era di 200 anni più antica rispetto a quanto era emerso in un primo momento. I dipinti, ritrovati in uno stato di perfetta conservazione, secondo l’archeologo “sembravano essere stati dipinti il giorno prima”. Per spiegare l’eccezionalità della scoperta, lo studioso ha detto: “È come se alcuni archeologi del futuro che hanno conosciuto solamente le opere dell’arte moderna scoprissero un giorno i dipinti di Michelangelo e di Leonardo Da Vinci”. La camera con i disegni, che riguardano temi mistici, rivoluzionano, secondo lo scopritore, tutto quello che finora si pensava di conoscere sugli inizi delle civiltà precolombiane. I dipinti, che si estendevano sui quattro muri della stanza – solo due dei quali erano ancora in piedi al momento del ritrovamento – si ispirano alla mitologia maya sulla creazione, con le quattro divinità che rappresentano l’acqua, la terra, il cielo e il paradiso. Al centro si trovano invece due scene d’incoronazione, una raffigurante il dio dei raccolti l’altra un re vero. Il muro ritrovato fornisce una prova del fatto che i Maya, conosciuti per i progressi ottenuti nell’astronomia e nella matematica, impiegarono lo stesso rito d’incoronazione reale per oltre 800 anni. “L’ottimo stato delle pitture – ha spiegato ancora Saturno – mostra che gli antichi Maya erano giunti a un alto grado di sofisticazione e di eleganza molto prima del periodo classico della loro civiltà, che risale al VII secolo d.C.”.