Si ferma al Teatro Quirino Un tram che si chiama desiderio, una dei testi più celebri e rappresentati del ventesimo secolo, capolavoro di Tennessee Williams, che ha visto una immensa schiera di star avvicendarsi nel ruolo smisurato di Blanche du Bois, sognante e disperata creatura che “vuole magia invece di realtà e vela le lampadine perché la realtà sia attenuata”, personaggio di profondità e carisma tale da imporre il talento di chiunque abbia avuto la possibilità di incarnarlo (in America, fra le altre Jessica Tandy, Kathleen Turner, Jessica Lange;, in Italia, fra le altre, Rina Morelli e Mariangela Melato). Ma il film che ne fu tratto nel 1951, con la regia di Elia Kazan e il premio Oscar Vivien Leigh nel ruolo principale, segnò altresì il trionfo di Marlon Brando, nel ruolo del rozzo cognato, indimenticabile in jeans e maglietta, primo oggetto del desiderio femminile, che, uccidendo sogni e illusioni della donna, si rivelerà capace di “dimostrare volgarità e sadismo e, allo stesso tempo, qualcosa di terribilmente attraente”.
In questa nuova edizione per il palcoscenico, affidata alla consolidata perizia del regista Lorenzo Salveti, sarà Paola Quattrini, una delle attrici più note delle nostre scene, capace di passare con disinvolta bravura dal registro brillante a quello drammatico, a dar voce e corpo agli strazianti miraggi di Blanche, mentre tocca ad Enrico Lo Verso, ormai affermato interprete del nostro cinema e teatro, il compito di sfidare il mito, incarnando il ruolo di Stanley.
Rimasta vedova, la fragile Blanche va a vivere dalla sorella Stella, sposata con il rozzo Stanley Kovalski che la insidia e allontana il timido Mitch con il quale forse la donna avrebbe potuto rifarsi una vita; ma il gioco di seduzione, a cui Blanche non è estranea, finirà con uno stupro che porterà Blanche in manicomio…Il mondo in cui Blanche era cresciuta, raffinato e illusorio, si è irrimediabilmente disfatto, l’incantata stagione della giovinezza si è dileguata e al suo posto si afferma con prepotenza una realtà pragmatica e crudele, volgare e opprimente; l’unica via di fuga appare un ‘altrove’ lontano e chimerico, capace di negare ogni evidenza e coprire tutte le brutture.

Roma, Teatro Quirino
dal 23 gennaio all’11 febbraio 2007